Qualche mese fa ero con un'amica seduto ad uno di quei tavoli.
Si parlava del più e del meno, ci si aggiornava.
Il discorso ad un tratto cadde sulle storie d'amore fra gli italiani e le messicane.
L'amica mi raccontò che una volta, a Città del Messico, aveva conosciuto un signore italiano in un bar. Avevano chiacchierato tutta la serata e, alla fine, si erano scambiati gli indirizzi di posta elettronica.
Per mesi, l'amica non pensò più al quarantenne italiano, fino a quando non si accorse di uno strano spam nella sua posta elettronica.
Al principio non ci fece molto caso, gliene arrivavano diversi; un giorno però lo aprì e si accorse che era una mail del tizio italiano.
Fu allora che realizzò che quello strano individuo le inviava un'e-mail al giorno. E che cosa contenevano tali missive?
Poesie, brani di libri e di saggi che trattavano dell'amore, del destino e delle sorprese della vita e sogni e pensieri personali del tizio.
Osservando l'insieme di questo immenso materiale era facile capire le mire dell'uomo; desiderava coronare il suo sogno d'amore con una che aveva conosciuto un paio d'ore in un bar a Città del Messico durante una vacanza.
“E tu come hai reagito?” Le domandai.
“Beh” disse: “Lo lasciavo fare. Quando mi sentivo giù, bastava aprire una mail e leggere metafore scritte in mio onore, fa bene sentirsi paragonata ad una rosa o ad una farfalla.”
“Ma del tizio che ne pensavi?” Volli sapere.
“Non so, deve essere stata una persona molto sola e forse anche un po' neurotica.”
“Non ti ha conquistato”
“Noooo.” Disse l'amica: “Ogni tanto gli rispondevo, gli raccontavo qualcosa, ma niente di più. Quando gli ho fatto sapere che avevo il ragazzo, ha smesso di scrivermi.”
Subito volle raccontarmi un altro aneddoto.
“Una volta sono andata in un ristorante italiano qui ad Aguascalientes, e al bancone del bar ho conosciuto un altro signore che forse era anche un po' ubriaco. Io ero con degli amici e ci ha raccontato la sua storia. Si era messo con una di qui che ha pensato bene di farsi mantenere da lui per un po' e ora gli dava il benservito. La cosa strana che questo tizio si umiliava pubblicamente. Ammetteva quanto era sfigato senza alcun pudore.”
L'amica bevve un sorso di birra prima di continuare: “Mi ha fatto pensare ad un detto di mia nonna.”
“Quale?”
“Más te agachas más se te ve, più ti chini più lo fai vedere”. Se fate una prova allo specchio, capirete di quale parte anatomica parla il proverbio della nonna.
“Allora siamo dei piagnoni senza palle.” Sentenziai.
“No, al contrario. Molti di voi, quando entrano in una stanza, si notano, hanno presenza, hanno carisma. Sapete cosa volete e andate a prendervelo. La determinazione a noi messicane ci affascina.”
In effetti molti degli italiani che vivono ad Aguascalientes hanno fatto il gran passo spinti dall'amore. Quelli che poi hanno divorziato non sono tornati in Italia, hanno preferito ricominciare qui con un'altra messicana.
Perché piacciono le messicane?
In generale sono ragazze tranquille e positive. Parlare con loro è piuttosto facile ed è una bella esperienza perché sono genuinamente curiose e buone ascoltatrici inoltre amano ricevere complimenti e cortesie da parte degli uomini.
Un uomo in loro compagnia si sente realizzato; è facile quindi idealizzarle.
Ogni tanto, sul blog, mi scrive qualcuno che ha incontrato una ragazza messicana in Italia o in Europa, magari durante un viaggio studi, si è innamorato di lei e si sente pronto per raggiungerla in Messico.
Ora, sappiamo che una bella settimana insieme non sempre significa una bella vita insieme.
Solo che il piacere, di qualunque natura esso sia, anela a perpetuarsi nel tempo e quindi siamo disposti a pagarlo caro, per esempio rinunciando al ragionamento razionale.
Occorre precisare che un po' di irrazionalità ci vuole nella vita, fare due più due non è divertente e non è nemmeno interessante da raccontare.
I progetti irrazionali e visionari risultano invece energizzanti sia per trarne ispirazione sia per condannarli.
Io, per esempio, leggo l'oroscopo, scrivo un blog che non genera nessun entrata, vivo lontano da casa anche se avrei potuto benissimo vivere nella mia città natale e altre cosucce che è però meglio non raccontare qui.
Viva quindi l'irrazionalità!
Vogliamo raggiungere la bella messicana? Raggiungiamola.
E' una sciocchezza, diranno amici e parenti. Non mi importa, risponderete voi.
Entrambi potete avere ragione. Il fatto di raggiungere una messicana conosciuta in Erasmus o in vacanza, allo scopo di vivere felici e contenti è una sciocchezza dalle scarse possibilità di riuscita ma va fatta perché può darsi che non sia una sciocchezza.
A volte però, ricevo delle mail preoccupanti.
Un ragazzo, per esempio, voleva andare a Guadalajara per dichiararsi alla sua bella. Sarebbe partito per Guadalajara, la seconda città più grande del Messico, senza un soldo e senza conoscere la lingua.
Mi scrisse per chiedermi delucidazioni sui centri Caritas e le mense dei poveri, poiché avrebbe vissuto per strada il tempo necessario a trovare un lavoro per poi presentarsi a lei con un bel mazzo di fiori. Quando lessi questo, rimasi perplesso.
Quante possibilità di lavoro esistono per un tizio che non parla spagnolo, sporco, puzzolente e affamato che non sa che il Messico è un paese dove la povertà non è l'eccezione e che se ci fossero i centri Caritas un quarto della popolazione si metterebbe in fila per andare a cena o dormire in un posto senza pagare l'affitto.
Per quanto in Messico esistano persone semplici, nessun padre darebbe la mano di sua figlia ad un vagabondo.
Una volta, una mia alunna mi ha raccontato di aver incontrato un ragazzo di Madrid all'ambasciata spagnola di Città del Messico. Era partito in cerca del suo amore trovato in chat di cui conosceva solo il nome di battesimo (che poteva essere benissimo un alias) in una città di venti milioni di abitanti.
Al personale attonito dell'ambasciata si era giustificato: “Non sapevo che Città del Messico fosse così grande”.
Questi sono due casi estremi dove l'ignoranza si fonde all'ingenuità più totale e le cose possono finire male.
I casi più frequenti invece sono quelli di ragazzi italiani che vogliono raggiungere la loro innamorata in Messico. Hanno qualche risparmio in banca e partono per alla ventura.
A volte questo tipo di storie si conclude nel migliore dei modi, altre volte ci si rende conto che il posto più bello per vivere è la propria città natale e si torna indietro.
Io suggerisco, a chi si accinge a compiere l'eroica impresa, di pensare all'episodio di Ulisse e le sirene.
Ulisse desiderava ascoltare il canto delle sirene che aveva fama di essere sublime però chi ascoltava quel canto perdeva la testa, si tuffava in mare e si avvicinava alle sirene che poi se lo mangiavano.
Per risolvere il problema, Ulisse fece tappare le orecchie del suo equipaggio con la cera e si fece legare all'albero della nave.
Poté quindi ascoltare il soave canto delle sirene, viverne tutti gli effetti, evitando però di compiere la cazzata di tuffarsi in mare.
Ecco, per chi si accinge a partire per il Messico, per ascoltare il canto della sua sirena, propongo questo: fatevi legare all'albero della nave.
Non letteralmente.
Cercate piuttosto un amico o un parente che non soffra di mal d'amore e organizzate con lui il piano del viaggio.
Sicuramente vi suggerirà di non licenziarvi dal lavoro e di comprare un biglietto di andata e ritorno.
L'amico saggio dividerà i vostri risparmi in due conti, uno da spendere in Messico e l'altro invece “d'emergenza” che servirà a farvi abbandonare il paese se le cose si dovessero complicare molto.
L'amico magari vi telefona una volta alla settimana per sapere come va e vi chiede di mettere insieme qualche informazione pratica.
Che progetti di vita ha la tua ragazza? Come ti vede e ti tratta la sua famiglia? C'è qualche possibilità di lavoro lì dove vive lei? Come ti senti lontano da casa?
Vi tiene insomma ancorati alla realtà mentre voi, innamorati, potete godervi la vostra storia d'amore.
In bocca al lupo.