Questa notizia non mi stupisce, se penso che gli adulti di oggi sono quelli che quando ero studentessa e mi chiedevano cosa studiassi, dopo aver capito che per “Fisica” non intendevo “Ginnastica”, la buttavano a ridere dicendo “ah io di matematica e fisica al liceo non ci ho mai capito niente!”, quasi non fosse una cosa di cui vergognarsi (e se un giorno avessi detto “io di autori e letteratura non ci ho mai capito niente!”? se fosse vero, sinceramente, mi vergognerei a dirlo) ma anzi qualcosa di cui andare fieri. Non mi stupisce, perchè è un paese in cui la superstizione vince sulla razionalità, in cui il popolo si mobilita per il diritto a terapie inesistenti, vengono approvate leggi oscurantiste e prive di ogni logica oltre che fondamento scientifico, e Padre Pio appare sul tronco di un albero.
Mi chiedo quali sono le cause di questa decadenza culturale che ci sta logorando, e sono sicuramente tante.
Certo gli scarsi investimenti nella scuola e nell’istruzione bene non fanno, anche se il fenomeno riguarda gli adulti, quindi persone che sono andate a scuola prima che ci fosse la crisi economica e i tagli, e soprattutto sono le stesse che ti dicono che “ai tempi miei si studiava di più”.
Certo anche l’assenza di meritocrazia: se vanno avanti i più furbi, i più raccomandati, quelli che stanno più ore in ufficio indipendentemente dai risultati, quelli che hanno saputo lavorarsi bene il capo, allora a che serve imparare, ragionare, mettere in moto il cervello (se non per cercare scorciatoie?).
Poi si dice che la classe politica non abbia nessun interesse affinchè la popolazione sia istruita e abbia spirito critico. Basti pensare al predominio di Berlusconi, che con le sue televisioni ha prima svuotato la testa degli italiani e poi l’ha riempita di pubblicità e menzogne. O Grillo che sostiene che i partiti non debbano “educare” gli elettori, piuttosto cavalcare l’onda del complottismo e assecondare le masse per evitare “percentuali da prefisso telefonico“.
Ma qual è la causa, e quale l’effetto? E quanto incide (sul)la crisi economica? Non possiamo pensare di essere un paese competitivo con questi risultati. Non certo con gli scarsi investimenti alla ricerca che ci contraddistinguono, e con leggi fatte solo per farle dispetto. Una popolazione poco istruita inoltre (e per istruzione non intendo i titoli di studio, ma gli stimoli culturali, lo spirito critico, la capacità di capire quello che si sta leggendo e di fare un ragionamento – ovvero gli argomenti toccati dalla statistica OCSE) chiederà anche poco alla scuola per i loro figli, e si accontenterà di una scuola fondamentalmente nozionistica. Una popolazione che non conosce il metodo scientifico chiederà alla sanità soluzioni facili a problemi complessi. E sarà facilmente manipolabile, come è già successo e continuerà a succedere se non invertiamo questa rotta.
Sono pensieri disordinati, e sono certa che la questione sia ben più complessa. Ho scritto questo post perchè mi interessa leggere altri pareri e sollevare la questione, visto che ho avuto l’impressione che questa notizia sia passata quasi inosservata.