Noi Italiani siamo un gran popolo. Dimostrare perché lo siamo non è facile, occorrerebbe affrontare lunghe e complesse analisi della nostra storia, della nostra cultura e della nostra “genetica”, senza dimenticare il ruolo determinante della posizione geografica, del clima e del territorio del nostro Paese.
“La geografia comanda la storia” mi disse tanti anni fa l’Abbé Pierre…come aveva ragione!
Molto più agevole il compito di chi volesse mettere in evidenza i nostri difetti: sono tali e tanti e soprattutto così evidenti da determinare, al massimo, l’imbarazzo della scelta.
Prendiamo, ad esempio, la maleducazione, difetto assai diffuso e molesto che non conosce limiti di età o confini sociali e culturali.
Lina Sotis, sulle pagine del Corriere della Sera, ha una rubrica dedicata al “bon ton”, con la quale pretende di ammaestrare il popolo italiano con insegnamenti ispirati a un tale formalismo e a un’etichetta così rigida da sfociare nel ridicolo. Non è coi suoi sistemi che si può sperare di combattere la maleducazione. La Sotis, di estrazione borghese, è vittima di quello snobismo che propone come modello usi e costumi di un’aristocrazia che li ha già abbandonati da tempo ed che ella vorrebbe anacronisticamente perpetuare.
Molto più saggia e moderata, la contessa Barbara Ronchi della Rocca, anch’essa giornalista di costume e conduttrice di programmi radiofonici e televisivi, che, proprio in quanto aristocratica e non dovendo affettare le “belle maniere d’antan” per sentirsi nobilitata, dispensa consigli assai più pratici e utili a chi volesse coltivare quella che chiameremo, semplicemente, “buona educazione”.
Particolare attenzione, la contessa, rivolge al comportamento degli Italiani all’estero. Molto spesso, purtroppo, i turisti italiani “si fanno riconoscere” per le loro gaffes e il loro comportamento maldestro, descritto attraverso gustosissime macchiette, da un genere cinematografico non eccelso, ma che rappresenta con una certa precisione i comportamenti dell’Italiano medio in vacanza all’estero.
Molti di noi, ovunque si trovino, senza tenere in minimo conto gli usi, i costumi, la religione e talvolta le leggi del paese ospitante, si comportano come se fossero a casa loro, dimostrando un’ignoranza e una mancanza di rispetto che, oltre a provocare un giusto risentimento, possono talvolta avere spiacevoli conseguenze. Magari si tratta delle stesse persone che, quando si parla di immigrati, pretendono che essi si uniformino al nostro stile di vita e non “rompano” con le loro brutte abitudini.
Ma anche quando rimane entro i confini nazionali, l’Italiano manifesta una preoccupante tendenza alla maleducazione, rivelatrice di egoismo, scarso o nessun senso civico, ignoranza e mancanza di rispetto nei confronti degli altri e, in fondo, soprattutto di se stesso.
In alcuni casi questa tendenza arriva al parossismo. La somma "Italiano + automobile" è in grado di produrre comportamenti che vanno addirittura oltre la semplice maleducazione e sconfinano nell’inciviltà, quando non addirittura dell’aperta e sfacciata violazione della legge.
Non c’è da stare allegri nemmeno se pensiamo allo “stile” di quanti operano, sia in aziende pubbliche che private, a contatto (una volta si diceva al servizio) col pubblico. Spesso sgarbati, frettolosi, come se il cittadino si rivolgesse loro non per esercitare un suo diritto, ma per pretendere un favore.
Ma, per una sorta di legge del contrappasso, accade assai di frequente che quel cittadino, nell’esercizio del suo mestiere o della sua professione, quando l’impiegato di cui sopra si rivolge a lui, lo ricambi con la stessa moneta.
Insomma, la maleducazione è uno dei nostri vizi peggiori e non sarà certo lo snobismo della Sotis e neanche, mi perdoni, il buon senso della contessa della Rocca a redimerci.
Dovrebbe pensarci la famiglia, dovrebbe pensarci la scuola…ma qui si aprirebbe un altro discorso, ancora più inquietante.
Federico Bernardini
Immagine: Alberto Sordi – “Un Americano a Roma”, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:Un_americano_a_Roma_-_maccheroni.jpg