Si parte dal tempo di Lodovico Antonio Muratori, personaggio di primo piano dell'intellettualità settecentesca italiana, considerato il padre della storiografia italiana, per arrivare ai giorni nostri.
Più che un'esposizione di opere d'arte, manufatti e documenti, la mostra offre una multiforme esperienza d'immagini, oggetti, voci, suoni, apparati informatici e multimediali interattivi, così da coinvolgere anche emotivamente i visitatori.
L'intento, dichiarato dai curatori, è “contribuire a fondare e consolidare nei giovani l'identità civile e culturale locale e nazionale; dall'altro, è quello di indurre i visitatori più maturi a ripensare le molte forme di appartenenza ed esperienza che hanno fondato la loro identità d'ItalianiModenesi“.
La mostra si articola in quattro grandi sezioni che descrivono l'evoluzione politica, sociale, culturale ed economica di Modena e della provincia.
Modena ha vissuto il suo rapporto con l'Unità d'Italia da un'ottica particolare. Il Ducato di Modena, che prende origini, sul finire del 1200, all'interno della storia del Sacro Romano Impero nel periodo dell'affermazione della casata degli Asburgo, era uno dei più piccoli degli stati pre-unitari.
Un cammino che si percorre all'interno della mostra, si estende dal sogno nazionale di Ludovico Antonio Muratori alle speranze e lotte del Risorgimento, dalle difficoltà del primo decennio post-unitario al compimento dell'unificazione dopo la Grande Guerra.
Dal Ventennio fascista alla fine della Seconda guerra mondiale e alla Costituzione repubblicana, dalla mutazione economica, sociale e culturale degli anni del "Miracolo economico" all'attuale condizione di area tra le più avanzate dell'Unione Europea per qualità e tenore di vita, per ricchezza prodotta e per integrazione sociale e interculturale.
All'interno dell'esposizione una sezione è dedicata al lavoro, dal dominio della fatica e della parsimonia contadina al lavoro degli artigiani e degli operai, fino ai mestieri e alle professioni dei giorni nostri e al futuro che si annuncia imperniato sulla cultura.
Ho visitato questa mostra il 14 aprile scorso, a margine di una conferenza dei servizi, ritardando la mia ripartenza dopo la notizia, appresa per radio, di un incidente che teneva bloccata l'autostrada sul tratto appenninico.