Regia: Maccio Capatonda
Origine: ItaliaAnno: 2015Durata: 100'Attori protagonisti: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Lavinia Longhi, Barbara TabitaTocca dire onestamente che da All Music Show a Italiano Medio la missione di Marcello Macchia è rimasta invariata. Macchia deve sempre e solo sottolineare quanto la tv dei nostri tempi (sono passati dieci anni, e la tv è in effetti sempre uguale) sia solo una scatola vuota. La tv è solo ed esclusivamente forma. Così importante da diventare il contenuto delle proprie gag. Questa intuizione permette di vivere a lungo in tv, sopratutto da quando personaggi come lui vanno scomparendo. Quello che c'è di nuovo però è che Macchia non si limita a stare davanti la telecamera ma scrive, dirige, monta e interpreta la parodia di interi format. Macchia non è un genio, ma è sicuramente l'unica voce capace di creare un buco nero in cui infilare inossidabili luoghi comuni della tv. É innegabile che si fa più caso a Medicina 33 o ai Tg dopo aver visto Mario. O ai trailer dopo aver visto i suoi. E ci si rende conto di quanto la forma si sia impossessata di loro fino a rendere certi programmi privi di finalità se non quella dell'essere sbeffeggiati.In quest'ottica
Italiano medio è esattamente il film che Marcello Macchia avrebbe dovuto fare. Anzi, ha più che adempiuto ai propri obblighi. Nonostante possa essere considerato uno spin off del Maccio televisivo, Italiano medio non è affatto un'operazione di traslazione fine a sè stessa. È un film che di televisivo ha pochissimo. L'esordio va apprezzato per le tante trovate stilistiche tutt'altro che ingenue e per una voglia genuina nel raccontare la vicenda. L'universo Capatonda vive in una Milano asettica (tutt'altro che sporca quindi) riconoscibile per i suoi palazzoni grigi ma che sembra quasi evacuata. Gli unici rimasti sono i modelli di una società fatta di idioti. Le scenografie sono miratissime. Giulio ambientalista vive in una casa ammobiliata con bancali, casse della frutta di legno, e porte per fare i tavoli. Giulio “2% del cervello”ha come interior design Genni Savastano. La fotografia cambia di continuo ricreando immaginari completamente diversi, stessa cosa la regia che a volte imita un tamarrissimovideoclip a volte il cinema di Anderson. Macchia inserisce poi la parodia di un format così azzeccata da sfiorare il mockumentary. È terrorizzante.In Italiano medio, al netto dalla ricerca della risata e del fatto che anche Maccio oramai viva di propri luoghi comuni, si prova a mettere in discussione le nostre moderne convinzioni e credenze, e per quanto questo sia un difficile obbiettivo tocca ammettere che almeno qua ci si prova in modo sincero e forse per questo a volte ci si riesce. Nel film l'italiano medio non si vede mai. I due Giulio conducono una vita ridicola ma mai media. La mediazione è la soluzione finale, dare una veste cool alla tragedia. Giulio e l'Italia hanno imparato che la verità sta nel mezzo. Ma tra il compromesso e l'ipocrisia il passo è breve.
Isaia Panduri