Iva al 23%: da quando? Arriva la risposta: da ottobre

Da Smconsulenzaweb
Anche l’aliquota del 10% slitta al 12%. La conferma dal Ministero dell’economia
Nuova stangata per i consumatori e le imprese. L’Iva è destinata a salire al 23% a partire da ottobre. A confermarlo è Vittorio Grilli, viceministro dell’economia  spiegando che il provvedimento è già previsto dal decreto “Salva Italia”. Se  in tempi recenti sembrava che l’aumento potesse essere evitato, a conti fatti il governo ha ritenuto necessario inserire quest’ennesimo aumento per riportare le casse dello stato a un livello accettabile. L’ipotesi di mantenere l’Iva al 21% senza aumentarla ulteriormente era stata espressa a febbraio dallo stesso premier Mario Monti.
Insorgono le associazioni dei consumatori, secondo le quali si tratta di una nuova misura con la quale colpire le fasce deboli di popolazione. L’aumento riguarda non solo l’attuale aliquota del 21% ma anche quella del 10% destinata a passare al 12%. Lo scatto è previsto dalla clausola di salvaguardia che prevede di ricorrere a questo intervento qualora non si riuscisse a trovare risorse differenti per far fronte alla ripresa economica. Evidentemente le risorse recuperate dalla lotta all’evasione fiscale non bastano a garantire la giusta sanità dei conti. “Scelta sciagurata” l’ha definita il Codacons. Per Adusbef e Federconsumatori si prospettano “conseguenze disastrose”.
Ancora più arrabbiate sono le associazione del commercio. Per Confesercenti il governo vuole “far cassa mettendo le mani nelle tasche degli italiani piuttosto che tagliare una spesa pubblica senza limiti e caratterizzata da inutilità e sprechi. Con un Paese in recessione e i consumi in stallo, l’ulteriore aumento dell’IVA allontanerà sempre di più la crescita”.
Confcommercio fa eco ribadendo che “l’aumento dal 10% al 12% dell’aliquota ridotta – che interessa in particolare il comparto turistico – e quello, soprattutto, dal 21% al 23% dell’aliquota standard comporteranno non solo la riduzione del volume dei consumi, il cui profilo evolutivo appare già oggi molto negativo, ma ridurranno anche il potere d’acquisto, i redditi percepiti e la ricchezza messa da parte dalle famiglie”.
Nell’Ue la media dell’Iva è pari al 20,9%. Sopra di noi, al 25% solo i paesi scandinavi Svezia e Danimarca.