Così Manuel Cohen, sulla generazione sommersa, introducendo il nuovo libro di Ivan Fedeli, VIRUS e altri scempi, Edizioni Dot.com Press 2011
La responsabilità non è da ricercare evidentemente nella semplice lacuna o deficit della grande editoria dovuta al suo ormai cronico scollamento dal paese reale della fitta, variegata e proteiforme rete di chi fa poesia – riviste cartacee e del web, litblog, rassegne, festival, incontri e letture – dal momento che molti di questi autori pubblicano comunque con griffes di pregio, siano essi piccoli o medi editori, come Atelier, Crocetti, Donzelli, Edizioni Cfr, Edizioni d’If, Giuliano Ladolfi editore, Il ponte del sale, L’Arcolaio, La vita felice, Le Lettere, L’Obliquo, peQuod, puntoacapo, Raffaelli, Scheiwiller, Sossella, Transeuropa e, non ultima, Le voci della Luna/Dot.com.press, nelle cui collane ne troviamo accolti diversi e molto validi: Agustoni, Fierro, Franzin, Guglielmin, Lombardo, Obit, Rotino, Toini, Tomada. A tutt’oggi mancano iniziative di ricezione da parte della critica ed è oltremodo curioso che questa generazione poetica sia stata letteralmente saltata dalle antologie. Preceduta dai nati negli anni cinquanta, speditamente canonizzati, e seguita dai nati negli anni settanta, una classe notevole di trentenni corteggiata da padri e fratelli maggiori prodigatisi in una proliferazione di crestomazie generazionali: un inseguimento del giovanilismo come valore, o come bene ad uso e consumo del mercatino patrio…