Izmir, una metropoli sull'Egeo che ha otto millenni di storia e oggi quattro milioni di abitanti (il 50% sotto i 30 anni di età), è uscita sconfitta nello scontro con Milano per l'Expo del 2015: ma non si è persa d'animo, ha riordinato le idee e si è immediatamente ricanditata; stavolta con un sostegno più convinto da parte del governo, nonostante la municipalità abbia un colore politico conflittualmente diverso. La sfida è con Dubai, San Paolo, Ekaterinburg; il ragionamento che facevano ieri sera con lo staff di Izmir 2020 - e con l'ambasciatore Murat Ersavcı, inviato turco presso il Bie - è il seguente: la Turchia è l'unico Paese tra i 4 a non ospitare grandi eventi - per il Qatar ci sono i mondiali di calcio del 2022, per il Brasile le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, per la Russia le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 - e se le Olimpiadi del 2020 non andranno a Istanbul (la decisione del Comitato olimpico internazionale è fissata al 7 settembre) la vittoria di Izmir è altamente probabile. O almeno questa è l'autoconvincente speranza.
Il dossier di candidatura è comunque solidissimo. Lo stesso premier Erdoğan, durante la campagna elettorale per le politiche del 2011, il leader dell'Akp ha annunciato grandi e "folli" progetti infrastrutturali anche per la città egea. Accantonata la proposta di metropolitana sottomarina, l'intervento caratterizzante previsto per l'antica Smirne - illustrato con l'ausilio di animazioni digitali - è invece il progetto Izkaray: un collegamento che consentirà di tagliare il golfo di Izmir grazie a un viadotto di quattro chilometri e mezzo e un tunnel sotto le acque di un chilometro e mezzo. Ma sono anche previsti nuovi collegamenti autostradali e ferroviari ad alta velocità - con Ankara, con Istanbul, con Çanakkale - dai tempi di percorrenza sensibilmente ridotti, nuove linee della metropolitana, un nuovo porto per le navi da crociera da quattro milioni di passeggeri all'anno, l'espansione del porto di Çandarlı destinato ai container per farlo diventare una delle prime dieci basi logistiche al mondo, nove nuovi porticcioli per gli yacht e il recupero del porto dell'antica Ephesus: così da promuovere una sempre maggiore integrazione con il resto dell'Anatolia e con il Mediterraneo.
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