Pochi spettacoli sono così ridenti come quello che la Gorgona offre allo sguardo, quando la si accosta dalla parte di levate e propriamente nel luogo detto lo scalo, oppure cala principale, dove sorgone le case dei pescatori cui la spiaggia procura agio e modo di tirare in secco le loro barche. Codesti abitanti della Gorgona superano di poco la sessantina di persone. Intendo abitanti liberi, perché l'isola è tutta uno stabilimento penale nel quale purgano l'ultimo periodo di prigionia coloro che hanno dato speranze di poter rientrare nella vita civile, bene nettati dall'antica colpa e redenti dal lavoro. Per questo, tra i relegati alla Gorgona, si incontrano taluni sul cui labbro superiore i baffi sono già visibili. Hanno licenza di lasciarli crescere quattro mesi innanzi della prossima liberazione.
Gorgona giace lungo la direzione di ponente-libeccio a venti miglia da Livorno. Apparisce allo sguardo come monte massiccio alto duecentocinquanta metri sul mare. Il circuito segna appena tre miglia, il contorno è presso che circolare. Il lato di ponente è scosceso, e le pendici sono giustamente chiamate precipizi. Nel lato di tramontana, anzi propriamente a maestro, si apre un seno mal sicuro e angusto chiamato cala Maestra; ma il miglior sorgitore è lo scalo , rammentato testè. [...]
L'isola contiene parecchie sorgenti dalle quali rampolla acqua buonissima. Ciò spiega che il suolo sia ammantato di verzura perenne formata dalle sottili macchie di lentischi, corbezzoli, eriche, mortelle e rosmarino: insomma dalla flora comune alla costa tirrena ed alle isole che le formano grazioso e poetico antimurale. La coltivazione ha introdotto nell'isola i pini, i cipressi, qualche genere di querce, l'olivo, il castagno, e gli alberi fruttiferi di ogni qualità tra i quali primeggia il fico. Una volta l'isola conteneva capre come Montecristo. Oggi la selvaggina si limita al coniglio ma, al tempo del passo, abbondano i volativi. Il mare è ricco di pesci, specialmente di acciughe, per cui i pescatori di Santa Margherita e di Camogli insieme a quelli di Lerici e di Porto Venere, di aprile, di maggio e di giugno vi accorrono piuttosto numerosi. [...]
( Jack La Bolina - brano tratto da "L'Arcipelago Toscano", Istituto Italiano d'Arti Grafice Editore, 1914 )Categories Tags