Jack London fu uno dei più fertili autori della letteratura americana: scrisse una quarantina di opere, ma il più vero e avvincente romanzo è quello della sua stessa vita, breve e intensa.
Nacque a San Francisco il 12 gennaio 1876. La madre, Flora Wellman, apparteneva a una ricca famiglia di pionieri; intelligente, ma nervosa e instabile, abbandonò da giovane la famiglia. Il padre di Jack era un tipo originale, scrittore, conferenziere, astrologo, e non volle mai occuparsi del figlio. Più tardi Flora sposò John London, al quale il ragazzo si affezionò profondamente amandolo sempre come se fosse il vero padre.
Jack London ebbe un'infanzia molto movimentata; il patrigno, dopo aver tentato vari lavori, si stabilì in una fattoria coltivando ortaggi, ma la moglie non era saggia amministratrice e la famiglia era continuamente sull'orlo della miseria. In seguito, un incidente costrinse John a lavorare saltuariamente e le condizioni economiche peggiorarono. Da ragazzo, Jack frequentò le scuole irregolarmente, a causa dei continui spostamenti della famiglia. A 11 anni incominciò a lavorare, distribuendo i giornali di casa in casa prima e dopo la scuola ed anche vendendoli per le strade alla sera.
Ancora fanciullo, scoprì in sé la più vera e grande passione della sua vita: l'amore per i libri; amava soprattutto libri di avventure, di viaggi e di navigazione, che procurava avidamente alla bilbioteca pubblica. L'altra grande passione era il mare, da cui era irresistibilmente attratto; infatti divenne abilissimo nel nuoto e nel maneggio di piccole imbarcazioni. A 13 anni spese i suoi primi risparmi nell'acquisto di una barca per scorazzare lungo l'estuario di Oakland.
Non temeva il mare nemmeno nelle condizioni peggiori, anzi era pieno di temerarietà. Quando il padre non fu più in grado di guadagnare, dovette adattarsi a lavorare, duramente, per più di dieci ore al giorno in un'officina. Ma egli odiava quel lavoro manuale che riduceva l'uomo a una bestia da fatica e cercò scampo nel mare. Si unì a un gruppo di uomini senza scrupoli, chiamati "pirati di ostriche", che si guadaganvano da vivere rubando le ostriche negli allevamenti e vendendole al mercato. Imparò così a condurre una vita sregolata, tra compagni disonesti, rissosi e ubriaconi; più tardi, per un anno fece parte delle pattuglie di polizia per il controllo della pesca.
A 17 anni aveva non solo l'aspetto e la forza di un uomo fatto, ma anche una maturità molto superiore alla sua età; voleva vedere il mondo e così si imbarcò come marinaio su uno degli ultimi velieri che facevano rotta per il Giappone e la Corea a caccia di foche. Lavorava duramente quando era il suo turno e consacrava alla lettura ogni ora di riposo.
Tornato dopo cinque mesi di dura esperienza sul mare, si died ea cercare lavoro, ma dovette adattarsi ad entrare in una fabbrica di juta. Una sera la madre, tutta eccitata, lo spinse a scrivere un racconto per partecipare a un concorso indetto da un giornale. Ricordando le sue recenti avventure Jack inviò la descrizione di un tifone lungo le coste giapponesi e vinse il primo premio; questo primo tentativo letterario lo incoraggiò a scrivere ancora, ma gli editori gli rimandarono i manoscritti.
....Jack London...la storia continua.