Sono anni nei quali Venezia si rafforza con acquisizioni territoriali, trattati commerciali e conquiste militari. I giuramenti di fedeltà alla Repubblica di San Marco si susseguono numerosi. L’espansione dell’area di influenza veneziana e il lievitare degli scambi commerciali e culturali favorisce una profonda revisione dei linguaggi artistici. La matrice bizantina di Paolo Veneziano si apre ai nuovi stilemi del gotico internazionale dando vita a una cultura figurativa veneziana assolutamente originale.
Se in un primo periodo, Jacobello aderisce allo stile paterno, la sua ricerca lo porta a Pesaro, a percorrere le strade e i luoghi di Gentile da Fabriano. Probabilmente, fu proprio grazie a Jacobello che Gentile da Fabriano venne a Venezia e, ancora più probabile che egli abbia lavorato fianco a fianco con Gentile e Pisanello nella decorazione ad affresco della sala del Maggior Consiglio in palazzo ducale. Jacobello aderisce alla poetica di Gentile e Pisanello fino a diventare il più autorevole esponente del gotico internazionale a Venezia.
Si accomiatò dalla vita serenamente, in una condizione di gradevole agiatezza, commissionando per tempo il monumento funebre della famiglia con tanto di statua paterna e epigrafe commemorativa. Morì nel 1439.
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