Iniziò come apprendista del celebre Gentile da Fabriano (indicato in alcuni documenti come Jacopo Veneto) risultando accanto al maestro in quel di Firenze già nel 1420. La sua adesione agli stilemi del Fabriano fu totale e senza riserve tanto da imporre al suo primogenito il nome di Gentile. Per capirne le qualità si ricorda qui che nel 1441 a Ferrara, gareggiò con il Pisanello, vincendo, per ottenere l’incarico di ritrarre il duca.
Il suo talento fu largamente riconosciuto dai contemporanei ed era molto popolare a Venezia dove risiedette per la maggior parte della sua carriera. Dotato di una struggente vena narrativa e di sorprendente fantasia architettonica è da considerarsi un progenitore del Rinascimento veneziano ed europeo. A lui si deve la contaminazione tra i principi dell’arte rinascimentale con il tradizionale uso di pigmenti dorati dal richiamo bizantino e veneziano che il Bellini utilizzava nelle ricche vesti dei soggetti rappresentati, immergendoli in sfondi fantastici e decorativi tipici del Gotico Internazionale. Realizzò due libri di disegni con grande varietà di scene, libri che furono utilizzati come modelli per composizioni fin nel 16° secolo, dove sperimentò tra i primi, una prospettiva lineare precedentemente applicata solo a rappresentazioni di architettura. Fu il naturale maestro dei suoi figli, che divennero i fondatori principali della scuola pittorica veneziana in continuo antagonismo con l’altra grande dinastia artistica del tempo, la famiglia Vivarini, provenienti dalla vicina isola di Murano.
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