James Joseph Galdolfini Jr. – L’ interprete perfetto della società Italo – Americana

Creato il 22 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

(18 Settembre 1961 , Westwood ,New Jersey-
19 Giugno 2013 , Roma )

L’improvvisa scomparsa di James Gandolfini , lo scorso 19 giugno, ha lasciato tutti gli addetti ai lavori e i suoi numerosi fans sgomenti ed increduli;il popolare attore- caratterista reso celebre dal telefilm “I Soprano”ha smesso di vivere proprio in Italia, sua terra di origine (madre napoletana e padre della provincia di Parma), probabilmente a causa di un infarto, a soli 51 anni.

Sono tantissimi i messaggi di cordoglio e gli attestati di stima, anche sui social network, da parte ti tutti quelli che lo hanno conosciuto, registi, colleghi, amici, e persone che lo hanno conosciuto attraverso il piccolo e il grande schermo e magari imparato a memoria le sue battute.

“Due cose dovrebbe saper fare un uomo: essere romantico è fumarsi l’anima”, pronuncia questa frase-manifesto James Gandolfini, alias Nick Murder, marito fedifrago di Susan Sarandon che poi si scoprirà malato di cancro nel divertente e malinconico film di John Turturro “Romance & Cigarettes”del 2006. Ma perché partire proprio da questo film sboccato e danzante per salutare affettuosamente e degnamente questo robusto, simpatico suonatore di sassofono e di tromba laureato in comunicazione alla Rutgers University , che se n’è andato proprio poco prima di poter ricevere un premio al Taormina Film Festival? Sicuramente Gandolfini ha raggiunto la sua massima fama interpretando l’indimenticabile boss depresso Tony Soprano nella serie TV “I Soprano”(1999-2007) per la quale ha vinto 1 Golden Globe per il miglior attore , 3 Emmy Awards e ricevuto altre 3 nomination sempre per il Golden Globe; ma in “Romance & Cigarettes”rappresenta al meglio la golden age (anche televisiva, certamente)hollywoodiana, la storia stessa degli Stati Uniti con le sue contraddizioni e frenesie, moralismi, proibizioni e trasgressioni, con il suo personaggio, a sua volta contrastato, ambiguo, addolorato ma pieno di humour. Il sogno americano sul quale aleggia pesantemente il fumo di una sigaretta, quel sogno americano spesso ucciso e resuscitato da registi come Turturro e i fratelli Cohen.

Il brillante attore vanta anche esperienze teatrali come “Un tram che si chiama desiderio” accanto a Jessica Lange e Alec Baldwin e lavori cinematografici insieme a registi prestigiosi come Lumet nel film “Un’estranea tra noi”del 1992, Tony Scott , anch’egli scomparso da poco, nei film “Una vita al massimo” del 1993 e “Allarme rosso” del 1995; Cassavetes in “She’s so lovely” del 1997 con Sean Penn, Schumacher in “8mm delitto a luci rosse” del 1998 e i fratelli Cohen ne “L’uomo che non c’era” del 2001.

Non si fa mancare nemmeno commedie romantiche come “Mr Wonder” accanto a William Hurt per la regia di Minghella, una sagace commedia gangsteristica senza troppe pretese di Sonnenfeld “Get shorty” con De Vito , Travolta e Hackman; per poi proseguire con ruoli secondari: “La parola ai giurati”, “Il tocco del male”, “Basta guardare il cielo”con Sharon Stone, “A Civil Action” con Duvall e Pollack. Dopo la serie tv “I Soprano” torna nel 2000 sul grande schermo con il film “The Mexican – Amore senza la sicura” con Julia Roberts e Brad Pitt, l’anno successivo con Redford ne “Il Castello”e soprattutto il già citato “L’uomo che non c’era”, un perfetto noir kafkiano, intriso di umorismo e raffinate citazioni, dove fa suo il ruolo di un amico del barbiere di provincia, quest’ultimo introverso, laconico ma desideroso di un cambiamento nella sua vita. Viene scartato da Spielberg per il ruolo che poi andrà a Tom Hanks in “Prova a prendermi”e nel frattempo divorzia dalla moglie; rifiuta una parte ne “I fantastici 4” per dedicarsi al più impegnativo “Tutti gli uomini del re”(2006) di Zaillian con Hopkins, Penn, Law e Kate Winslet , sullo scandalo del Watergate: avidità e demagogia per una storia già sentita e vista. Sarà ancora affianco di Travolta in “Lonely Hearts” (2006), nel 2008 è nel cast di Spike Lee per “Miracolo a Sant’Anna”. Nel 2009 prende parte ad un difficile adattamento cinematografico :”Nel paese delle creature selvagge”di Jonze, dove i mostri (cosi tristi) sono meglio di mamma e papà agli occhi del piccolo protagonista; “Welcome to the Rileys” di Jake Scott (2010) è un toccante dramma familiare sull’elaborazione del lutto dove il bravissimo Gandolfini è il commovente padre che ha perso la figlia in un incidente stradale, svuotato, alla deriva , che offre tutta la sua fisicità al dolore ma senza piegarsi del tutto al lutto.

Probabilmente una delle sue ultime interpretazioni più importanti e coinvolgenti se non si conta “Not Fade Away”di David Chase (2012) che vanta la colonna sonora del grande Steven Van Zandt. Tra i suoi ultimissimi lavori figurano :” The Incredible Burt Wonderstone” , “Escape From Planet Earth”, “Bone Wars”(2013) e “Animal Rescue”che uscirà nel 2014.

Qualsiasi personaggio che James Joseph Gandolfini abbia interpretato , è stato capace di catturare e di imprimere nel suo volto bonario ma a tratti malinconico nello sguardo, e nella sua imponente fisicità non certo da bello ed impossibile ,i conflitti, le attitudini , le manie, le ambizioni e le ideologie della cultura moderna, specialmente quella americana.

di A. Grasso


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