Janara (2014)

Creato il 07 novembre 2015 da Nickparisi
Mentre si accinge a sviluppare delle foto un uomo muore vittima di un infarto.
 Il decesso dell'anziano fornisce a sua nipote Marta l'occasione per tornare dopo anni di assenza nella sua terra natale. Giunti però nel piccolo paese di San Lupo Marta e suo marito Alessandro si ritrovano immediatamente circondati dal clima di paura e sospetto generalizzato che sembra regnare tra gli abitanti del borgo, perfino la sorella di Marta, la  sensuale,Veronica, fa di tutto per allontanare la donna . Le uniche persone, almeno in apparenza, a dimostrarsi felici del ritorno della ragazza sembrano essere una vecchia zia fuori di testa e Don Andrea, un giovane prete americano, in passato legato sentimentalmente alla ragazza stessa.
Col passare dei giorni la coppia viene sempre più avvolta da una pesante cappa di terrore: a San Lupo qualcuno o qualcosa sta trucidando violentemente i bambini della zona, la polizia sospetta l'opera di un pedofilo, mentre tra i boschi del Sannio si  bisbiglia sul ritorno di una strega già bruciata dagli abitanti di San Lupo nel 1803.
Quale che sia la verità Marta comincia ad essere vittima di misteriosi incubi notturni.
Come se non bastasse, Marta è incinta.

C'era una volta il Cinema di genere italiano.
No, tranquilli, questo non sarà un post "nostalgico", uno di quelli che rimpiangono i bei tempi andati coi Fulci, gli Argento e gli Bava che non ci sono più, ma è un dato di fatto che da un certo momento in poi (vogliamo dire dagli anni '80s?) quello che era un patrimonio della nostra cinematografia è stato progressivamente svuotato, depauperato dei suoi contenuti e poi abbandonato.
Non c'è un unico colpevole in questo, non è responsabilità di un'unica categoria, semplicemente sono avvenute troppe cose tutte assieme: il mercato si è ristretto, un po tutti quanti abbiamo accettato che la qualità delle opere procedesse nella direzione di un progressivo livellamento verso il basso, i critici hanno cominciato a raccontarci che l'unico tipo di storie degne di essere narrate erano quelle "realistiche" o, tuttalpiù, le commedie romantiche o i gialli. I produttori hanno voluto giocare sul sicuro investendo sempre meno in prodotti alternativi, i registi e gli attori si sono adeguati per poter lavorare.

E in quanto a noi spettatori, beh....noi spettatori non sempre siamo stati in grado di dirigere bene le nostre scelte finendo per pilotare il successo di prodotti non sempre validi ( se anche in Italia c'è chi considera un capolavoro un obbrobrio come la serie di The Walking Dead, qualche domandina bisognerebbe che ce la facessimo, non credete?)
Ed è' per questo che sono particolarmente importanti operazioni come quelle compiute da Matteo Garrone ne Il Racconto dei Racconti e, in misura minore, anche il presente Janara, film sicuramente imperfetti ma che rappresentano almeno una piccola ma importante inversione di tendenza.
Anche perché compiono un' operazione meritoria nel raccontare storie culturalmente a noi vicine, andando a pescare nel bagaglio della tradizione letteraria ( il film di Garrone) e folkloristica ( Janara) italiana.


Roberto Bontà Polito

Peccato però che se per Il Racconto dei Racconti si possano trovare tanti pregi e tante altre da salvare, per quanto riguarda invece Janara le cose da salvare siano davvero molte di meno.

Certo le basi c'erano tutte, il film- almeno sulla carta - è un tentativo di gotico rurale che sfrutta alcune delle leggende sulle streghe della Campania, le famose Janare ( ne ho parlato a suo tempo QUI e QUI) come tale quindi è un operazione nata nel territorio e che dal territorio medesimo ne utilizza tutte le caratteristiche specifiche: è napoletano ad esempio il regista Roberto Bontà Polito, qui alla sua prima prova su un lungometraggio dopo la realizzazione di alcuni ottimi documentari; sono beneventane le ambientazioni impiegate, essendo il film stato girato tra i comuni sannitici di Guardia Sanframondi e San Lupo (il paese esiste veramente e, come quasi tutti i comuni della zona possiede le sue brave dosi di leggende in merito all'argomento).
Sono di San Lupo e delle zone limitrofe anche quasi tutte le comparse impiegate, così come è campana buona parte del cast principale, come ad esempio la veterana Rosaria De Cicco ( gli appassionati di soap se la ricorderanno nel ruolo di Aida, un personaggio ricorrente di Un Posto al Sole) che veste i panni della vecchia Giovanna.

, sempre a Benevento si è tenuta in anteprima la presentazione nazionale della pellicola. Il legame e l'amore con il territorio da parte del suo regista quindi c'è e si vede.
Peccato che nemmeno questo serva a salvare la qualità del risultato finale.
La Janara ha dalla sua una buona costruzione delle atmosfere, un discreto lavoro in sede di fotografia, un accettabile recitazione da parte dei due attori scelti per interpretare i due ruoli principali di Marta (Laura Sinceri) e Alessandro ( l'attore romano Alessandro D'Ambrosi), un paio di scene indovinate, un clima di tensione che si respira per buona parte della prima metà del film,  purtroppo però dove spesso viene a cadere è in fase di sceneggiatura con alcune incongruenze anche abbastanza grosse.
Incongruenze presenti anche nella caratterizzazione di alcuni personaggi, in primis quello di Don Alessio, il prete (ma anche di molti altri) e dei loro comportamenti durante il corso della pellicola.
Così come si notano alcune ingenuità in fase di regia e nelle capacità recitative delle comparse.

Shining in salsa sannitica?

Janara quindi rimane un film con molti difetti, un'operazione meritoria nelle premesse ma profondamente imperfetta nella sua realizzazione finale, con alcuni momenti riusciti, una solida capacità tecnica da parte di un regista come Polito che i numeri e le capacità dimostra di averle, una discreta confezione sopratutto nella prima parte, ma con diversi difetti  specie verso le fasi finali.
Qualcosa da salvare c'è ma manca il guizzo, manca la coerenza narrativa, manca l'amalgama giusta.
Bisogna lavorarci, bisogna effettivamente lavorarci ancora sopra.
O meglio, se volessi usare una parafrasi potrei anche dire che siamo all'inizio della strada ma la dirittura d'arrivo è ancora molto lontana. Non basta la semplice passione per ricreare il Cinema di genere italiano
Non basta, non ora, non ancora.

BONUS CARD: LA VERA JANARA DI SAN LUPO
"Unguento unguento, mandame alla noce di Benvento
supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo...".
Posto nella parte nord orientale della Campania, in piena provincia di Benevento il comune di San Lupo  (come già detto) esiste davvero.
Ovviamente si tratta di un tranquillo paesino che non raggiunge nemmeno i mille abitanti.
Uno dei tanti del nostro Sud, anzi uno dei tanti disseminati per la provincia italiana.
Il vero San Lupo è un luogo piacevole dove i bambini crescono sereni senza nessun rischio ( nè da parte di Serial Killer nè da parte di streghe vendicative) e decisamente parecchio più accogliente di quanto descritto (per meri motivi scenici) nella pellicola.
Tuttavia, come la maggior parte dei paesi, dei monti e delle foreste del Sannio anche San Lupo possiede la sua dose di fiabe, leggende, storie e tradizioni sulle Streghe.

San Lupo (BN)

Ma cosa racconta il film?
All'interno di Janara viene narrato che la causa della morte dei bambini che avviene all'inizio della trama, nel momento in cui Marta e Alessandro arrivano in paese deva andare ricercata nella vicenda di una giovane fattucchiera vissuta tra il 1700 e il 1800 - in realtà, tra le righe viene anche fatto capire che la fattucchiera poteva essere solo una emarginata che si guadagnava da vivere compiendo aborti clandestini oppure preparando pozioni curative-  Questa tregue però si spezza il giorno in cui  la donna si presenta incinta al centro del paese, sostenendo davanti a tutti i concittadini che il padre del nascituro fosse Satana in persona.
In seguito la donna prova anche ad imporre agli abitanti di fornirle tutto quello che voleva, pena il verificarsi di varie tragedie.
Sempre nel film, si narra però i paesani non solo non cedono alla minaccia ma, dopo aver chiamato un esorcista, mandano a morte la donna ed il bambino.
Probabilmente anche per celare la vera identità del padre  del nascituro, sicuramente uno dei maggiorenti della zona.
La conseguente maledizione effettuata dalla strega prima di morire nei confronti dei bambini del paese, scatenerà poi l'ondata degli omicidi descritti nel corso della pellicola.
Questo è quanto narrato nel film.
Nella realtà le leggende raccontate effettivamente a San Lupo sono leggermente diverse.
Però a noi ce ne interessa una in particolare.
Torniamo per un istante a descrivere il nostro paese nel Sannio, creiamo un minimo di atmosfera e diciamo che la zona di San Lupo è attraversata da un Torrente detto delle Janare,  inoltre in quella località si può trovare ancora il Ponte delle Streghe, così chiamato perché si diceva che proprio su quel ponte si dessero convegno queste creature.

Ponte delle Streghe ( o delle Janare)
Alcuni anni fa mani ignote hanno sottratto alcune pietre
.

Mettetevi dunque comodi, perché quella che vi racconterò è una Storia di Streghe, anzi una vera e propria fiaba nera.
E come per tutte le Storie di Streghe se ne possono trovare varianti più o meno simili un po in tutte le regioni italiane.
La leggenda comincia con una neonata, una bellissima ma intirizzita bambina ritrovata da alcuni abitanti nel corso di una fredda mattinata  proprio vicino al greto del Torrente delle Janare,
 Quasi contemporaneamente al ritrovamento nacquero però anche le prime voci.
Molti sussurrarono che la neonata potesse essere stata partorita durante un Sabba, altri proposero di lasciarla lì dove era stata trovata.
Le voci però non impedirono ad una coppia di pastori di prendere a pietà la neonata, di adottarla e di crescerla come se fosse la loro.
Così la trovatella crebbe in maniera assolutamente normale, assieme alla sua famiglia adottiva e crescendo quella che era stata una bellissima neonata si trasformò anno dopo anno in una splendida adolescente.
La splendida adolescente si trasformò a sua volta in un meravigliosa ragazza, tanto bella da attirare l'attenzione di tutti gli uomini che la incontravano.
Purtroppo però la bella ma sfortunata ragazza finì per attirare anche le attenzioni sbagliate.
E le voglie di un anziano nobile del luogo, tanto vecchio da poter essere quasi suo padre.
Attenzioni  e voglie che la ragazza rifiutò.
Fu in quel momento che le cose precipitarono.
Quell'anziano nobile per vendicarsi fece quello che in ogni tempo ed in ogni luogo hanno fatto i piccoli uomini con un immeritato potere: cominciò a calunniare la giovane
Il nobiluomo accusò la giovane pastorella di stregoneria, di aver tentato di effettuargli un maleficio e le scagliò contro tutti gli abitanti del paese.
Il resto è facile da intuire.
Gli animi si infiammarono velocemente, il resto lo fece la superstizione, fatto sta che una folla inferocita cominciò a dare la caccia alla ragazza.
Nel tentativo di fuggire alla morte l'adolescente si gettò nel torrente, proprio dalla cima del Ponte delle Streghe.
Sparendo immediatamente tra i flutti.



 A molti sembrò quasi come se la donna non fosse mai nemmeno esistita.
La leggenda continua ricordando che, non solo, il  corpo della vittima non venne mai ritrovato, ma da quel momento si moltiplicarono gli strani avvistamenti riguardanti una nuda figura femminile guizzare tra le onde del torrente.
In molti provarono a catturare l'apparizione.
Senza successo.
La vicenda a questo punto sembrava conclusa, ma il vero epilogo giunse molti anni dopo.
Quando un giovane cavaliere, incuriosito dalla leggenda non provò a seguire dentro all'acqua la misteriosa presenza.
Il suo cadavere annegato venne restituito dal fiume qualche giorno dopo.
Qualcuno si ricordò che il ragazzo altri non era che un discendente dell'anziano nobile che anni prima aveva mosso le false accuse alla donna.
Da quel momento la donna nell'acqua fu per tutti la Janara di San Lupo.

E divenne quello che in fondo sono un po tutte le Storie di questo tipo: spauracchi per bambini troppo curiosi, ma in fondo, questi racconti rurali sono così tanto diversi dalle attuali leggende metropolitane?
Cambiano i tempi, cambiano le società, arrivano cose come l'evoluzione ed il progresso che ci fanno illudere di essere diventati individui migliori e più civilizzati, ma in fondo per noi esseri umani certe cose rimangono sempre uguali.
Come la paura del buio.

Per chi volesse approfondire segnalo anche due belle e complete recensioni dedicate al film Janara: quella  di Ivano Satos e quella di Emidio il bradipo


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