Jane,etologa e non solo.

Creato il 18 ottobre 2014 da Marianna06

E cosa significa  “non solo”?

Significa che Jane Goodall, nota nel mondo delle scienze a livello internazionale per il suo interessamento ai primati e per la sua Fondazione(1977), presente tra l’altro in Italia ma anche con diversi uffici in  numerosi Paesi (una ventina), è soprattutto un’amante dell’Africa e delle sue popolazioni oltre che persona che si spende senza risparmio per salvare dai bracconieri gli scimpanzé, che rischierebbero diversamente l’estinzione.

E questo è tutto a partire dai lontani anni ’60. Cioé quando la distinta signora inglese, che in questi giorni è stata di  passaggio a casa nostra, era piuttosto giovane (27 anni ma uniti a una buona dose d’intraprendenza, supportata da un’adeguata preparazione culturale nel suo campo).

Animata dalla sua passione, riuscì a mettersi in contatto con Louis Leakey, che le suggerì all’epoca di raggiungere il parco di Gombe in Tanzania, in prossimità del quale viveva una comunità di scimpanzé, che lei avrebbe potuto studiare in tutta tranquillità.

E così fu. Con i risultati che sono seguiti negli anni e che hanno fatto di lei l’etologa famosa che tutti ormai nell’ambiente conoscono.

Infatti, nell’area del parco di Gombe, gli scavi di archeologi e di paleontologi hanno rivelato poi presenze umane risalenti a circa 6mila anni fa.

Ciò ha consentito a Jane di comprendere appieno e di comparare sopratutto i comportamenti dei primati a quelli dell’uomo. In poche parole la studiosa sostiene, a conti fatti, e con le dovute prove scientifiche a sostegno, che non ci sono affatto differenze.

Certi comportamenti emotivi degli scimpanzé non sono molto diversi da quelli degli umani.

E cioè amore, odio, aggressività, tenerezza etc..

La cosa più importante nell’esperienza di una vita in Africa è, però, che la Goodall si è occupata anche della gente (bisognosa di tutto in quei contesti difficilissimi) con cui è venuta a contatto.

E ha dato ciò che poteva per risolvere problemi terribili come, ad esempio, il flagello dell’Aids.

In che modo ? In Tanzania, uno dei suoi istituti si occupa di quelli che sono gli orfani di genitori  fortemente sieropositivi e perciò deceduti, perché incurabili.

E, sempre attraverso i suoi istituti, si realizzano programmi didattici in tutto il mondo per i giovanissimi, affinché imparino a tutelare l’ambiente e divengano amanti dell’integrazione e della pace.

Qualcosa del genere,in Italia, è stato e si continua a portare avanti nel carcere minorile di Nisida,vicino Napoli, nella convinzione che il programma sia molto importante per il recupero dei suoi ospiti  specie quando, un domani, saranno uomini liberi e immessi nella società con tutte le responsabilità, che questo compete.

Insomma dall’Africa, dal lontano al vicino ( per il resto del mondo), e poi al vicinissimo(Nisida-Italia).

Un’integrazione mondialistica, portatrice di pace e di discreto benessere, che prende l’avvio dall’amore per gli animali. In particolare da quei primati cui, ci piaccia o no, Jane ci dice che assomigliamo. 

        

           

                                     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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