Janteloven - Le 10 leggi Scandinave

Creato il 02 gennaio 2013 da Mattiamusiello
Avevo questo articolo in sospeso, mi ha dato l'idea un amico che mi passo' un link e ho letto molto a riguardo, ieri ho anche avuto modo di parlarne e mi sembra molto interessate e da valutare.

Da Wikipedia:
La Legge di Jante (in norvegese/danese: Janteloven e in svedese: Jantelagen) è uno schema comportamentale di gruppo presente nella cultura scandinava e in generale in quella nordica. È stata originariamente formulata dall'autore dano-norvegese Aksel Sandemose (1899-1965), nel romanzo Un fuggitivo incrocia le sue tracce (En flyktning krysser sitt spor) del 1933.
La Legge di Jante sottende un modello di comportamento che, all'interno delle comunità scandinave, critica e ritrae negativamente, come indegne e inappropriate, le realizzazioni individuali e il successo del singolo. Link
Questa si puo' dire che è una esaltazione di alcuni schemi di comportamento nordico, non lo sento cosi' marcato personalmente, ma fa parte della loro cultura e si dimostra in vari aspetti partici di gruppo dove il vantarsi o farsi gradi di oggetti o presunzione personale si viene messi in angolo come "pericoloso per il gruppo".
Ora vediamo le 10 Leggi qui descritte:
Non pensare di essere qualcosa di speciale
Non pensare di valere quanto noi
Non pensare di essere più furbo di noi
Non pensare di essere migliore di noi
Non pensare di sapere più di noi
Non pensare di essere più di noi
Non pensare di essere capace di qualcosa
Non ridere di noi
Non pensare che a qualcuno importi di te
Non pensare di poterci insegnare qualcosa
C'è inoltre un undicesimo articolo, conosciuto anche come "la legge penale di Jante":
Non crederai che non sappiamo qualcosa su di te?
Questo a mio parere deve essere valutato e non preso di petto, anche perchè sta parlando di pensiero e non di azione, cerchiamo di capirne il senso.
Nella nostra cultura Italiana e leggendo in giro, anche Spagna e altre nazioni Sud Europee si tende a dire al proprio bambino: "te sei il migliore di altri non farti sottomettere"
Questo lo si puo' dire in diversi modi e sfumature, ma molto diverso del dire: "Tu sei diverso, perché siamo tutti diversi. Sarai bravo in certe cose, peggiore in altre. Sarai meglio di alcune persone in alcune cose, ma sarai molto peggio di altri in altre. Questo va bene, ma non ti rende migliore o peggiore di chiunque altro, solo diverso"
Sono schemi comportamentali che agiscono nella mente del bambino e che poi da grande misurerà la vita in questa ottica di cose, difendendosi o allontanandosi da chi vuole sopraffare al gruppo, in immagine e posizione sociale, rendendo il gruppo a un livello inferiore.
Come ho letto in altro blog, la diversità crea arricchimento e non è bello quando una persona dice di essere migliore di te e degli altri.
Per cui si puo' dire, ben venga la diversità a patto che non si cerchi di mostrarsi piu' grandi, sarai bravo in qualcosa ma in altre sicuramente no, e questo in gruppo si tramuta che un falegname e un direttore di banca o un imprenditore industriale, si parlano e si rapportano allo stesso piano e scambiandosi le idee evitando i disagi delle "classi sociali" a cui noi siamo abituati fin da piccoli ( Figlio porta rispetto che è un Dottore... ) Il rispetto lo devi tenere per educazione sciale a tutti, non per la sua mansione professionale, perchè il lavoro non è la vita privata e cosi' viceversa, come persone siamo tutti uguali.
Questo posso assicurare che non va a discapito dei piu' bravi, di chi vuole emergere, la bravura va ripagata e ci sono personaggi di spicco in questo paese, dalla musica allo sport.
Tutto sta nel modo in cui si rapporta con gli altri, dopo aver cambiato il suo gradino sociale.
Devo dire che anche qui ogni tanto si vede qualche esaltazione, siamo esseri umani, ma viene gestito in un modo molto diverso del nostro.
Vi ses, Mattia


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