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La Jatropha è originaria dell’America meridionale e solitamente non raggiunge dimensioni notevoli. Presenta un fusto corto e poco ramificato; le foglie di colore verde acceso e brillante sono palmate e con la punta appuntita. Durante le stagioni fresche si possono notare delle infiorescenze simili a grappoli di colore arancione e rosso. Nel momento in cui le capsule arrivano a maturazione (la loro colorazione passa dal verde al giallo) si possono osservare i semi. Alcune specie appartenenti alla Jatropha presentano un fusto rigonfio, all’interno del quale si mantiene l’acqua necessaria a sopravvivere durante i lunghi periodi di siccità. È bene sapere che questi esemplari di arbusti, solitamente vengono coltivati all’interno degli appartamenti per la bellezza e la particolarità del loro fogliame. In questi ambienti le dimensioni raggiungono massimo il metro d’altezza.
La Jatropha si adatta a qualsiasi tipo di ambiente e terreno inoltre, è molto semplice da coltivare. Grazie alle dimensioni contenute della sua struttura radicale può essere messa a dimora in piccoli contenitori, evitando così di occupare troppo spazio. Oltre alle dimensioni del vaso, è conveniente non utilizzare troppo terriccio, e posizionare l’esemplare in una zona molto luminosa e anche esposta ai raggi solari diretti. Invece, se si sceglie un ambiente poco illuminato, si corre il rischio che la Jatropha non sviluppi le sue particolari infiorescenze. Fare molta attenzione agli agenti climatici quali piogge e la troppa calura. A questo proposito, durante la stagione estiva, la pianta può essere messa in giardino, mentre durante le stagioni fredde è conveniente riportarle all’interno dell’appartamento. Le annaffiature non devono essere eccessive, e tra un’annaffiatura e l’altra occorre aspettare che il terriccio si asciughi per bene.
La propagazione della Jatropha può avvenire mediante talee, innesti, propaggini e seme. Prima di procedere con la moltiplicazione è conveniente sapere che la propagazione mediante seme è la più semplice e la più sicura da attuare. Riguardo alla talea, occorre recidere un ramo dalla pianta madre e interrarla in vaso ponendo del terriccio, miscelando del terriccio universale a sabbie e pietra pomice sminuzzata. L’innesto invece si suddivide a sua volta in: innesto a spacco, innesto a gemma e innesto a cuneo. Tutte queste categorie devono essere messe in atto tra la stagione primaverile e quella estiva. La propaggine invece, è molto simile alla talea, con l’unica differenza che il ramo della pianta madre non viene diviso da essa ma, si piega e s’interra, ricordando di legarlo a un supporto in modo tale da permettergli una giusta crescita. Nel momento in cui la propaggine ha sviluppato delle radici autonome, si può recidere dalla pianta madre e mettere a dimora singolarmente.
La Jatropha è coltivata per poter sfruttare le proprietà dei semi. Da essi si può estrarre l’olio da utilizzare come combustibile biodiesel, caratterizzato da una bassa viscosità. Gli scarti di questa estrazione producono un buon fertilizzante. Questi esemplari svolgono un ruolo importante circa la riduzione della desertificazione e l’erosione dei suoli, in quanto si tratta di una pianta molto infestante, a crescita rapida e resistente ai lunghi periodi siccitosi. L’olio estratto, oltre a essere utilizzato nel campo dei combustibili, può essere impiegato per la produzione di lubrificanti, detergenti, oli da bagno, per l’illuminazione e come combustibile da cucina. È bene ricordare che, trattandosi di una pianta velenosa, l’olio non può essere tassativamente introdotto nell’alimentazione umana.
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