Gainsbourg sceglie volutamente un'ambientazione desolante e desolata in cui i rifiuti e le discariche sono il panorama umano e naturale per i protagonisti di una storia di omosessualità e di ambiguità sessuale, in cui il fascino femminile della Birkin suscita equivoci identificativi che mettono in crisi l'omosessualità del camionista Dalessandro, al punto da far ingelosire il proprio compagno di viaggio e amante, ma Krassky si rende conto di non poter possedere la bella Johnny (così chiamata per la sua androginia) se non analmente, quale esigenza fisica e sola modalità per vincere la sua mancata attrazione per le donne e per Johnny amare Krassky è un modo per sentirsi finalmente forse donna e liberarsi da un mondo desolante, anche se inizialmente accetta il compromesso sessuale, scoprendosi a vicenda sentimentalmente sempre più legati.
Il film non manca di ironia, nonostante il dramma di fondo e una certa ingenuità che fa sorridere, ma Gainsbourg dimostra di saper costruire inquadrature che non sembrano appartenere ad una mano inesperta e la storia stessa, sulle note accennate della canzone scandalo cui si rifà il film, nonostante certi simbolismi volutamente espliciti, si pone come un esempio di un cinema indipendente e d'autore vicino, come si diceva sopra, alla Factory warholiana e riesce comunque ad incidere per le scelte scenografiche e per una vicenda che riesce a trasmettere fascino erotico e anche passioni e pulsioni che troveranno un'inevitabile ma necessaria soluzione.