Jerez de la Frontera: ferìa e colore!

Creato il 25 agosto 2014 da Sara
Arrivo a Jerez de la Frontera e atmosfera da mezzogiorno di fuoco, in giro non un'anima viva: terrazze e caffè ...vuoti, per le strade...nessuno!
  In parchi, giardini, viali alberati....nessuno!                      Sulle vecchie panchine in ferro battuto manco un vecchietto seduto.
Peggio che le lande desolate del Far-West! Ma dove siamo capitate? Ma dove saranno finiti tutti in questo paese fantasma?  Eppure, cammina cammina, là in lontananza qualcosa si muove. Prima due uomini a passeggio che hanno l'aria di dirigersi da qualche parte
poi delle carrozze dall'incedere lento
infine un'orda di donne sorridenti e vocianti a passo da carabiniere

Che interrogativi ingenui, che turiste sprovvedute, per forza che in giro non c'è nessuno, sono tutti alla ferìa, una di quelle straordinarie manifestazioni di festa popolare che caratterizzano tutte le città spagnole e l'Andalusia in particolare. Feria dei tori, feria de abril, feria del Corpus Christi o di San Miguel, feria del cavallo o della manzanilla, poco importa: processioni religiose, secolari carri fioriti, quattro zampe, con corna o senza, in mostra, ogni occasione e buona e l'importante è far festa, o meglio, la "fiesta".

Aiuto, che manifestazione straordinaria, non avevo mai visto una cosa del genere e sono letteralmente impazzita, non sapevo più chi o cosa guardare in primo luogo: i carri tutti agghindati che sfilavano sulla terra battuta, l'incedere dei puledri dal passo fiero, una folla umana che cammina su e giù per il lunghissimo stradone e parla e ride, ammira e si fa ammirare, i crocchi di amiche che se la contano su, la fila interminabile di chioschi senza soluzione di continuità dove si beve, si mangia, si balla e si canta. Fiesta, Fiesta e ancora Fiesta! La cosa stupenda è che questa kermesse non sa di manifestazione "finta", fatta per i turisti, ma una storia autentica, tutta dei locali, da godersela fra di loro e se per caso si è infilato qualche "foresto", vabbè...c'è posto anche per lui.
E la sensazione che all'appuntamento festivo non manchi proprio nessuno, giovani, vecchi, bambini, famigliole intere, sul selciato a volte vedi avanzare tre generazioni intere di nonni, figli e nipoti e poi la magica varietà del genere umano, alti,bassi, magri, grassi, giovani, vecchi, mamme e bimbi spesso con lo stesso costume, ce n'è veramente per tutti i gusti ed è straordinario!La feria in fondo è solo l'occasione, le vere protagoniste sono, una volta ancora, loro, le donne e mi è venuta in mente quella commovente Messa di Natale a cui avevo avuto la fortuna di assistere là, a  N'djolé, in Gabon. http://www.saranathan.it/2013/01/dedicato-alle-regine-africane.html. Il contesto è totalmente differente, qui a Jerez l'occasione è secolare, si sta festeggiando la Ferìa del caballo e non la sacralità del Bambinello che sta per nascere, si balla il flamenco e non si canta la gloria del Signore, ma con pettini e fiori nei capelli, mantiglie sgargianti, pois di tutti i colori, non cambiano la fantasia, la creatività, la solidarietà fra amiche, la voglia di vivere intensamente il momento presente. Non è tanto e non solo la loro bellezza a sedurre, chissà per quanti mesi hanno pensato a come agghindarsi per l'occasione,  è la loro carica vitale che sembra irradiarsi tutt'intorno.Al tramonto  il blu del cielo si fa sempre più intenso, si accendono le luci, nella notte brilleranno sempre di più e la fiesta continua....
  

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