La cosa che si dovrebbe sapere prima di imbattersi in Jessica Jones è che non è richiesta nessuna conoscenza o profondo interesse verso i supereroi. Benché Jessica sia un’eroina appartenente all’universo Marvel, il suo personaggio televisivo non pretende nessuno studio su chi l’ha preceduta al cinema o in TV negli ultimi otto anni. Chiunque può iniziare da zero con Jessica Jones e apprezzare i suoi 13 episodi appieno, poichè le connessioni esistenti con la serie di Daredevil e l’universo cinematografico Marvel sono questi del tutto alla mercè dell’occhio attento dei soli appassionati di supereroi.
Sono l’unico che alzava gli occhi al cielo ogni volta che Malcom il tossicomane si impadroniva della scena? E che dire dei due fratelli del piano superiore, il cui rapporto spezzato dona il giusto pretesto per riempire minuti preziosi della storia con verbose idiozie? Lo spettro del filling aleggia in più occasioni e c’è la tentazione di fare altro (tipo whatsappare) per smaltire qualche minuto di noia. La lunghezza dello show (13 episodi) è probabilmente una ingiustificata colpa. Ho avvertito un senso di affaticamento verso l’ottava puntata, quando il cambio marcia nel rapporto tra Jessica e Kilgrave mi ha non solo destabilizzato ma anche fatto storcere il naso. Una supereroina e un villain che decidono di convivere? Una mossa che ha inevitabilmente reso il personaggio di Kilgrave umano, cortese e spesso vittima. Passiamo otto puntate con Jessica a dargli la caccia, braccarlo e spesso temerlo come un virus letale per poi finire a condurre un siparietto di vita coniugale con un villain assassino vittima dei soprusi dell’eroe?
In tutta sincerità quel momento ha leso la percezione del senso di malvagità e minaccia che nutrivo nei confronti di Kilgrave, rendendo ridicole e forse giustificabili tutte le sue successive azioni. Più uccideva più lo appoggiavo nel suo folle piano, che era semplicemente quello di voler essere amato dall’unica donna a lui immune, ovvero Jessica Jones. Il personaggio di Kilgrave è quello che ho apprezzato di più, per il suo fascino e la sua predisposizione ad apprezzare uno stile di vita agiato e modaiolo, nonostante sia un eterno scontento in un mondo nel quale ogni cosa potrebbe essere semplicemente sua. Un bambino viziato con odio parentale represso che sfoga il suo narcisismo dando ordini spesso scomodi alle persone (Buttati dalla finestra! Tagliati la gola! Strozzati! Resta immobile per sempre, Ecc) e scomparendo di tanto in tanto per dare a Jessica il pretesto di macerarsi nella rabbia, nella colpa e nel wiskey.
Probabilmente non tutti sanno che ci sono dei personaggi nello show che hanno avuto nel fumetto una propria carriera da villain o da supereroe. Patricia Walker, la migliore amica di Jessica, è conosciuta sulla carta come Hellcat, una agilissima e combattiva eroina dotata di elevate capacità extre-sensoriali. L’agente Simpson è meglio noto come Nuke, un uomo vittima di esperimenti di laboratorio che attiva la propria forza attraverso l’utilizzo di pillole di differente colore. Inoltre ha due cuori, una faccia tatuata a stelle e strisce e un surrogato del siero del super-soldato nelle vene. Ovviamente i personaggi sono stati aggiornati e adattati ad una realtà plausibile, ma parte delle loro abilità si sono intraviste sullo schermo. Esemplare è il momento in cui Patricia ingoia le pillole rosse di Simpson e si trasforma senza saperlo per qualche secondo in Hellcat, gioendo della sensazione di forza e potere che aveva finalmente sperimentato, dopo anni vissuti da spettatrice della carriera supereroistica dell’amica.
La serie si lascia bere in un unico sorso di sano binge watching, proprio come uno shot di whisy. Giunti però ai titoli di coda, ubriachi di 650 minuti di serie, ci sentiamo tristemente soli come solo il binge watching ci fa sentire, orfani di una storia che per alcune ore ci ha catapultato in un’altra dimensione. Rivedremo sicuramente Jessica nel futuro, nella reunion supereroistica The Defenders e forse in una seconda stagione a lei dedicata, ma per ora si è meritata il giusto riposo.