Grande entusiasmo ha riscosso tra il pubblico lo spettacolo “Jesus Christ Superstar“, in scena al Teatro Sistina a Roma dal 30 aprile fino al 31 maggio, per la regia di Romeo Massimo Piparo.
Lo spettacolo in scena al Sistina, vede sul palco un’orchestra di 12 elementi diretta dal Maestro Emanuele Friello capitanata dal gruppo rock dei Negrita, il cui frontman Pau ha dato voce e corpo ad un grande Pilato; il ruolo di Maria Maddalena è affidato alla talentuosa Simona Molinari, che ha saputo creare momenti di grande intensità e coinvolgimento, risultando convincente e aderente al ruolo.
Tra i protagonisti in scena spiccano inoltre Shel Shapiro, mitico leader dei Rokes, a suo agio ad indossare i panni del “terribile” Caifa, nel ruolo di Giuda l’esordiente e carismatico Feysal Bonciani, un eccezionale Paride Acacia veste i panni di (Hannas) e il talentuoso Emiliano Geppetti calza efficacemente il ruolo di Simone Zelota.
Jesus Christ Superstar narra gli ultimi sette giorni della vita di Gesù, interpretato in un’ottica più umana, caratteristica trasmessa magistralmente dal protagonista Neeley, capace di trascinare il pubblico, verso picchi emotivi notevoli, e di scioglierlo in applausi in alcuni decisivi momenti. (Come in “I only want to say”- Gethsemani).
Lo spettacolo ha riservato, durante tutta la sua durata, momenti di grande intensità, evidenziati da una scenografia di grande impatto (nonostante la semplicità) e da coreografie incisive: in scena, ventiquattro elementi tra ballerini, acrobati, mangiafuoco, si coordinano tra di loro efficacemente mostrando sintonia e calzando perfettamente lo spirito e il ritmo dell’opera.
Particolarmente suggestiva la coreografia che accompagna il pezzo “This Jesus must die“, nella quale ballerini e acrobati si arrampicano sugli spalti indossando maschere e gridando al massacro di Gesù, dando vita ad un quadro vivente inquietante ed emozionante al tempo stesso.
Non mancano momenti esilaranti, come ”king’s herod song” che ripropone in maniera divertente e ironica la “Corte di Erode” rappresentata come un circo in cui sincronicamente si muovono Pulcinella, Arlecchino, ed altre maschere della Commedia dell’arte: nella grottesca parata carnevalesca si evidenzia perfettamente l’idea della farsa che si consuma dietro ai “potenti”.
Di grande effetto il finale: dalla scena della flagellazione, accompagnata da immagini proiettate su un maxi schermo raffiguranti i crimini e gli orrori più recenti commessi dall’umanità, (orrori resi vivi da ogni frustata) è tutto un crescendo emotivo, fino ad arrivare al culmine, Giuda e Gesù, che appaiono dal fondo della platea, e “rivivono” offrendosi al pubblico del teatro (in un’ottica decisamente moderna) accolti da un tripudio generale.
Un capolavoro senza tempo, che i protagonisti di questa edizione hanno saputo interpretare alla perfezione, rendendo tutto straordinariamente contemporaneo e umano, tanto da ricevere per quindici minuti, ondate di applausi.
Written by Sarah Mataloni