il momento-shitman
HEADHUNTERS (il film, perché in questi casi intuisci che il libro sarà probabilmente peggio…): una delle più puerili cacatine per il popolo che mi sia mai capitato di sorbirmi. L’inizio non poteva essere più banale e déjà vu: il protagonista è un vuoto coglioncello con la faccia da cetriolo infingardo, ha il complesso di essere alto un metro e 68, crede solo nei soldi e ruba quadri di valore per potersi permettere una moglie stangona che richiede regali costosi. (O così almeno crede lui, perché poi, per virare sul melò-moraleggiante, si arriverà al colpo di scena di lei che in realtà non voleva altro che… un figlio – dal cetriolo coglioncello, mica da uno più intelligente o più bello, perché l’Ammmmòre è cieco ma destinato a trionfare, parapunzipunzipà!)Il popolo in platea ha molto presto la sua interminabile sequela di “fette” tagliate giù grosse: eccoci nel cuore (o nel culo?) della parte action (quella per cui i critici più originali e fantasiosi si giocano sempre la parola “adrenalina”) durante la quaglia il cetriolo in fuga: tenta di affogare un cadavere vivo; lo salva; gli tocca riaccopparlo poco dopo; da stronzo in senso figurato diviene stronzo in senso stretto (shitman) nascondendosi nella merda; spreme un cane; ruba un trattore a un morto; si spatascia in un burrone insieme a sbirrotti campagnoli fra cui due gemelli gorilliformi; però non crepa; gli altri sì; si finge morto, col Supercattivo che lo scruta per mezz’ora ma non lo sgama (anche prima, quando uno strano cartoonistico boccaglio spuntava fuori dal merdaio, il Supercattivo lo scrutò per mezz’ora ma non lo sgamò); si scotenna lo scalpo perché non ha i pidocchi ma le cimici sì; da shitman si trasforma in bloodman tutto rosso sangue, perché agli scrittorelli modajoli nordici piacciono tanto le tinte forti; si scatena alla riscossa; ammazza una cattiva ‘ròia; ammazza il Supercattivo (attirato in trappola con le ritrovate microcimici) grazie alla seguente genialata da scrittore dilettante di otto anni: la mogliettina ha finto di amare il Supercattivo per andare da lui a mettergli (non si sa come né con quale perizia, essendo lei un’artista e il Supercattivo un uomo d’armi perfetto) delle pallottole “finte” nella pistola – lui magari di pistole ne ha trenta, che col pistolino fan trentuno, ma alla resa dei conti naturalmente userà proprio quella…; mette in scena un duello fra il Supercattivo morto e il cadavere de prima che stava ancora “lì”; si accorge che la cosa non regge perché a ‘sto punto il cadavere de prima è già più o meno sul decompostino andante, e mò soccazzi perché il poliziotto più bravo di Norvegia e forse del mondo se ne accorgerà di sicuro se non per altro per la puzza; risolve questa ennesima falla narrativa da pirlotto dando a bere senza ritegno al popolino la seguente cazzata (non è nemmeno un colpo di scena: il cetriolo l’annuncia con psicosicumera): il poliziotto più bravo di Norvegia e forse del mondo farà di certo finta di non accorgersi di niente pur di chiudere il caso, perché anch’egli vive solo per la reputazzzzione che ti fa andare in tivvvvù e ti fa scopare ledddddonne! (brusio d’approvazione del popolino in platea – da sempre lo convinci con un cazzo, anzi, con laffffiga – e con questo si chiude il cerchio della menata sulla reputazzzzione su cui si basa tutta la filosofia del filme e del libbbbrozzo, insomma del trillerozzzzo in sé). Prima dei titoli (nel senso dei vaffanguglia brut piciorla e consimili), immagine finale col cetriolo infingardo diventato definitivamente simpatico al popolino in platea, perché adesso (col ciuffetto da pirla ricresciuto e fluente: stava meglio scotennato, ma riaverli già così lunghi serve a tappare l’eventuale terza falla – in questo caso fallo – nella storia, cioè il dubbio che un certo spermatozoo possa essere uscito dal pistolino del Supercattivo) sta accarezzando la panza appunto gravidina della (quasi) virtuosa mogliettina; alla fine, trionfante, il cetriolo coglioncello ci rivela di aver superato il suo tremendo complesso d’inferiorità: adesso di essere alto solo un metro e 68 se ne sbatte il cazzetto infingardo! Ché tanto il feto è più basso di lui, tiè. O almeno dovrebbe. Con tipi come ‘sto Jo Nespolo c’è poco da fidarsi, magari nella panza c’è arrotolato un serpente gigante tipo anaconda… Puerile, inverosimile, stupido, disgustoso, superficiale: così insulso e grossolano da sembrare una parodia del genere, ma purtroppo non lo è. Anzi, tutti lo definiscono “thriller mozzafiato”. Mozzafiato per cosa, per la puzza di cacca?VOTO: 2 Mio padre è più di bocca buona (anche se l’espressione “i fétt”, le fette, per definire le assurdità-action me l’ha insegnata lui) e di solito, anche un po’ per giocare a farmi dispetto, difende e rivaluta i film che “stango” io. Ma stavolta pure il babbo dixit: “Mezza palla”. (In compenso i web-criticozzi gliene assegnano compatti da tre a quattro e mezza: complimenti!)