Jobs Act: cosa cambierà?

Creato il 27 settembre 2014 da Nicola933
di Grazia Serao - 27 settembre 2014

Di Grazia Serao. Il Jobs Act è al vaglio del Parlamento, e già i primi malcontenti affiorano. Ma come potrebbe cambiare il mondo del lavoro dopo la sua approvazione?Proviamo a vederlo, andando per gradi:

Articolo 18, e contratti a tutela crescente. L’abolizione dell’art. 18, che è nei progetti del governo, implicherà la possibilità di un lavoratore di essere coattivamente reintegrato nel proprio posto di lavoro, su ordine del giudice, a seguito di un licenziamento sprovvisto di giusta causa. Se lavori in un’azienda con più di 15 dipendenti, potrai essere licenziato anche per ingiusta causa e il risarcimento sarà solo monetario, in base a quanto tempo hai lavorato: nessuno, neanche un giudice potrà ridarti il tuo posto di lavoro.

Quanto invece al contratto a tutele crescenti, se il contratto l’hai fatto con una piccolissima impresa, sia tu giovane, meno giovane, alla prima occupazione o reinserito, il contratto a tutele crescenti, in caso di licenziamento per ingiusta causa, non ti garantirà la reintegra (che non c’era nemmeno prima), ma beneficerai delle stesse tutele della grande azienda e potrai ottenere l’indennizzo monetario. In questo caso comunque il governo ha dimostrato particolare attenzione ai neoassunti.

Si tratta comunque di un punto ancora al centro di molte discussioni. Tra i detrattori vi è la minoranza del PD, più vicina ai sindacati e contraria all’abolizione dell’articolo 18.

Flessibilità delle mansioni. Lo scopo è limitare gli effetti dell’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori (secondo cui il lavoratore “deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto”). Si va verso un utilizzo più flessibile delle mansioni in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale.

Controlli a distanza. “Tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”, l’emendamento dà mandato al governo di rivedere la disciplina dei controlli a distanza, ovvero delle telecamere all’interno dei luoghi di lavoro, il cui utilizzo è ora molto limitato.

Compenso minimo. L’emendamento delega il governo all’introduzione, anche in via sperimentale, del compenso orario minimo per le prestazioni di lavoro subordinato, compresi i rapporti di lavoro co.co.co., nei settori non regolati da contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro più rappresentativi.

Lavoro accessorio. Viene prevista la possibilità di estendere il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio per le attività lavorative discontinue e occasionali, in tutti isettori produttivi, aumentando i limiti di reddito attualmente previsti e assicurando la piena tracciabilità dei buoni lavoro acquistati.