Joel peter witkin

Da Catone
La creatività irriverente del fotografo americano Witkin

Macabre messe in scena meticolosamente allestite intorno ai concetti di Morte, Diversità, Anomalia

Immagini che urtano lo sguardo

“Witkin, non a caso, fa della scorrettezza e della 'mancanza di tatto' i suoi vessilli. Con le sue immagini barocche e ridondanti, costruite e maniacalmente studiate fin nel più piccolo dettaglio, enfatizza scenograficamente tutto ciò che preferiremmo non considerare parte del nostro esistere: la morte, il deterioramento a cui siamo destinati, la nostra grottesca imperfezione, le contraddizioni e le lotte interiori entro cui ci dibattiamo. Più che di fotografia, qui si tratta di teatro: morbosi fermo-immagine di una claustrofobica, visionaria rappresentazione che ha per protagonista la caducità dell'esistere, il dramma sotteso alla vita, la vanitas del tutto (ancora un chiaro riferimento biblico: l'omnia vanitas del Prologo dell'Ecclesiaste).
Rifacendosi alle Nature Morte della pittura secentesca, Witkin sostituisce agli oggetti-simbolo tipici di questo genere - orologi e candele, teschi, frutta marcescente, strumenti ricoperti di polvere, fiori recisi... - un raccapricciante repertorio di corpi e membra umane.”



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“Nel lavoro artistico di Witkin il gusto è tutto orientato verso il mostruoso e il dissacrante, scientemente. Sono ricostruzioni apparecchiate con cura le sue nature dolorose. Si serve di anarchia, Witkin, e di sezionamento fisico, farcendo teste fiorite o membra distorte. Il suo amore mortuario si tramuta così nella inaudita capacità di rappresentare la morte e la sua decomposizione. Il cadavere è scandaloso, diventa altro rispetto alla proporzione del corpo intesa classicamente nell’arte. Così Witkin ne esalta la miseria e l’orrido.”


All image © Joel-Peter Witkin
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