Tenero dissacrante irresistibile John Fante...
E che grande libro che è La confraternita dell'uva, canto del cigno di uno scrittore che forse non ho coltivato come avrei dovuto, convinto, chissà perchè, di trovarmi di fronte a una delle innumerevoli voci della letteratura americana, una delle tante, confusa tra le tante.
E invece come si stacca da tutto quanto ho letto negli ultimi tempi, questa elegia del padre, impastata di malinconia di affetto di risentimento di rabbia di umorismo... e quante cose che ci sono in questo libro che scolpiscono un ritratto indimenticabile di un uomo irascibile violento alcolizzato ignorante dissipatore quasi sempre insopportabile, un uomo che è un padre padrone. Che porta su di sè tutte le ferite e le miserie di un italiano emigrato nell'America che non era il grande sogno per tutti.
E tuttavia un uomo che con le sue mani di lavoratore ha fatto meraviglie, lui che ha costruito una mezza città a forza di sudore e sputi e bestemmie. E in fondo un artista.
Un amico unico per la sua confraternita di beoni e giocatori. E sì, un uomo unico, anche lui come tutti indispensabile.
Da leggere, assolutamente.