"John Klein" è il primo target per il trapano di Curiosity

Creato il 16 gennaio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

CURIOSITY sol 153 MastCam right 10000 x 4174 pixel - drill target John Klein
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44

Come avevamo anticipato, il primo target per il trapano di Curiosity è stato selezionato e il rover si sta dirigendo verso una roccia piatta con venature chiare che potrebbe contenere indizi sulla presenza dell'acqua passata sul Pianeta Rosso.
Se riscontrerà il favore degli ingegneri, nei prossimi giorni sarà la prima roccia marziana ad essere perforata con il trapano del rover.

"La foratura di una roccia per raccogliere un campione, sarà l'attività più difficile di questa missione dopo l'atterraggio. Non è mai stato fatto sui Marte", ha dichiarato Richard Cook del NASA Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, California, project manager della missione Mars Science Laboratory.
"Il trapano hardware interagisce energicamente con il materiale marziano che non possiamo controllare. Non ci sorprenderemo se, le prime volte, alcuni passaggi non andranno come previsto".

La roccia scelta è in una zona dove la MastCam di Curiosity ha rilevato diverse caratteristiche inaspettate, tra cui vene, noduli, doppie stratificazioni, un ciottolo brillante incorporato in una pietra arenaria e forse alcunibuchi nel terreno.

D'altra parte queste interessanti fessurazioni avevano catturato la nostra attenzione da tempo e ne avevamo parlato proprio nel nostro ultimo post, ricordando che qualcosa di analogo era già stato osservato da Spirit nei pressi di Home Plate.

CURIOSITY sol 153 MastCam 10059 x 3813 pixel anaglyph - drill target John Klein
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44

Il target di Curiosity, si trova nella depressione Yellowknife Bay ed è stato soprannominato "John Klein", in onore dell'ex vice-responsabile del progetto Mars Science Laboratory morto nel 2011.

L'immagine è stata catturata dalla MastCam right del rover da una distanza di circa 5 metri
tra le 15:10 1 le 15:33 del sol marziano 153 (10 gennaio 2013).
Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Anche se il rover si trova sempre all'interno del cratere Gale, questa zona è molto diversa da quella in cui è atterrato ad agosto dello scorso anno, Bradbury Landing, un alveo asciutto di circa 500 metri ad ovest rispetto alla posizione attuale.
Gli scienziati hanno deciso di guidare il rover verso Glenelg perchè le immagini orbitali hanno rilevato un tipo di terreno particolare che rilascia il calore più lentamente durante le ora notturne.

Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona

"Il segnale orbitale ci ha attirato qui, ma quello che abbiamo trovato quando siamo arrivati è stata una grande sorpresa", ha detto John Grotzinger del California Institute of Technology di Pasadena. "Questa zona ha avuto un diverso tipo di ambiente umido rispetto all'alveo in cui siamo atterrati, forse tipi diversi di ambienti umidi."

Una prova ne è stata l'analisi della Chemistry and Camera (ChemCam) di Curiosity che ha evidenziato alti livelli di calcio, zolfo e idrogeno.
"Queste vene sono probabilmente composte da solfato di calcio idrato, come bassinite o gesso", ha detto un membro del team della ChemCam, Nicolas Mangold del Laboratoire de Planétologie et de Nantes Géodynamique in Francia. "Sulla Terra, la formazione di vene come queste richiede acqua che circola nelle fratture".

I ricercatori hanno utilizzato la camera Mars Lens Imager (MAHLI) per esaminare le rocce sedimentarie nella zona. Alcune sono pietra arenaria, con grani di dimensioni del pepe. Uno di questi ha una lucentezza interessante e ha fatto parlare di sé su Internet, diventando famoso come il "fiore marziano".

Altre rocce, invece, sono siltiti a grana più fine come lo zucchero a velo e differiscono in modo significativo dai conglomerati di ghiaia presenti nella zona di atterraggio.

CURIOSITY sol 132 MHALI "Martian flower"
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44

Il "Fiore di Marte" è veramente molto piccolo, appena 2 millimetri.

Aileen Yingst, principale ricercatore del MAHLI, del Planetary Science Institute a Tucson, in Arizona, ha detto ai giornalisti che fa parte di una arenaria a grana grossa, chiamata "Gillespie Lake, relativamente priva di polvere, con altri grani più grandi nella sua trama, particolarmente interessanti per colore, lucentezza e forma. Questo grano in particolare sembra effettivamente essere qualcosa di diverso rispetto alla roccia ma potrebbe essere qualunque cosa. Senza dati chimici alla mano, Yingst non si sbilancia ma quello che conta sono le rocce che si trovano in questa zona che ci raccontano la presenza dell'acqua su Marte.

CURIOSITY sol 158 MAHLI anaglyph - drill target John Klein
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44

CURIOSITY sol 158 MAHLI 3d - drill target John Klein
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44

"Queste sono rocce sedimentarie e ci dicono che Marte aveva qui depositi attivi di materiale", ha aggiunto Yingst. "Le diverse granulometrie ci raccontano le condizioni di trasporto."


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