Dalla muffa di quei tempi di sbrilluccicante edonismo sintetico, voglio oggi rispolverare:
John Taylor
Membro fondatore dei Duran Duran, statuario bassista virtuoso del playback, era lui il vero prototipo del New Romantic, anche se viene ricordato come un semplice gregario di lusso, all'ombra del capobanda Simon LeBon.
A dire il vero nelle fans c'era competizione, fioccavano su "Cioè" e altre riviste di settore i sondaggi fra chi fosse più fico fra il cantante e lui, ma alla fine, la cronaca recente ci riporta di un Simon leBon che intrattiene gli invitati di Villa Certosa, dimostrandoci che ancora una volta è il leader della band che si consegna all'immortalità, molto più di uno strumentista, per quanto attraente fosse.
Probabilmente l'oramai decrepito John si consolerà osservando le frequenti repliche della sua inguardabile, proverbiale, ciuffata, nelle nuove generazioni emo che ormai infestano ogni latitudine, e passerà i suoi restanti anni con il logorante dubbio, fomentato da un interminabile rancore competitivo con Simon LeBon, se sia meglio invecchiare cantando per Berlusconi o specchiare la propria gioventù in orde di ragazzini disagiati...
In ogni caso, è ancora più emozionante accorgersi che uno di quegli incipriati artisti del synth pop, ha avuto il coraggio di mettersi in discussione e di invecchiare come ognuno di noi, almeno credo, vorrebbe...