John travoltday, blow out

Creato il 18 febbraio 2013 da Cannibal Kid
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Dopo il successo del Nicolas Cage Day, un gruppo di blogger capitanati da Frank Manila e di cui faccio parte pure io hanno deciso di continuare nelle celebrazioni di alcuni noti personaggi cinematografici. Uno al mese. In questo freddo febbraio è toccato al John Travolta, che compie oggi 18 febbraio 59 anni. Per festeggiare il suo compleanno, va quindi di scena il John Travolta Day.
John Travolta è stato travolto da un insolito destino. La sua carriera ha infatti attraversato la classica fase di ascesa al successo, davvero travolgente grazie a una manciata di film musicali come La febbre del sabato sera e Grease, che l’hanno trasformato in autentica icona generazionale e simbolo di un’epoca, quella della Disco music di fine anni ’70. E poi, inevitabilmente, il declino. Come spesso accade a chi viene identificato in maniera tanto stretta a un periodo preciso, John Travolta negli anni ’80 ha affrontato una rapida e improvvisa caduta, cominciata proprio dopo la sua grande occasione nel cinema d’autore con Blow Out di Brian De Palma, su cui concentreremo le nostre attenzioni tra poco. Dopodiché, il Travolta ha conosciuto un nuovo inaspettato picco di popolarità con Senti chi parla, commediola famigliare dal grande successo commerciale e che ha partorito pure due (orripilanti) sequel.
A restituire una dignità cinematografica al John Travolta, a regalargliena anzi una che non aveva mai avuto nemmeno prima, ci ha pensato poi Quentin Tarantino, con il memorabile ruolo di Vincent Vega nel memorabile Pulp Fiction. Da qui è davvero cominciata la seconda vita artistica di John Travolta, che continua anche oggi, sebbene ormai a dirla tutta tra più bassi che alti. In attesa che qualcuno gli riconsegni una nuova parte con cui lasciare il segno nella storia del Cinema. Dopo i balli mitici di La febbre del sabato sera, Grease e Pulp Fiction, qualcuno gliela vuole offrire questa parte o no, prima che sia troppo vecchio per alzarsi in piedi e danzare ancora una volta?

"Ma che cos'è uno Skrillex? Un rumore fastidioso?"

Blow Out (USA 1981) Regia: Brian De Palma Sceneggiatura: Brian De Palma Cast: John Travolta, Nancy Allen, John Lithgow, Dennis Franz, John McMartin, Curt May, Peter Boyden Genere: thrilla Se ti piace guarda anche: Blow Up, Omicidio a luci rosse, Frantic, Pulp Fiction, Berberian Sound Studio
Ogni volta che vedo un film di Brian De Palma, penso a quanto sia sottovalutato. Faccio mea culpa, visto che anche io stesso l’ho spesso sottovalutato. Magari rimango folgorato da qualche suo film, e poi lo lascio perdere per troppo tempo. Ho ancora un sacco di sue pellicole da recuperarmi. Ogni volta comunque è un piacere scoprire le sue gemme e rimanere sedotti e john travolti dal suo enorme talento visivo: è capitato con Le due sorelle e quella sua fenomenale scena di split-screen, con Carrie - Lo sguardo di Satana e il suo bagno di sangue (presto è in arrivo il remake con Chloe Moretz). È capitato in maniera ancor più dirompente con due autentici Capolavori, i suoi due film che preferisco in assoluto: Scarface, enorme, monumentale, il più grande gangsta movie mai visto, e poi con Omicidio a luci rosse, vera e propria lezione su come va girato un thriller. Molto affascinanti anche gli altri suoi film in cui mi sono imbattuto, dall’ottimo Carlito’s Way, comunque un gradino sotto il fondamentale Scarface, al sottovalutato The Black Dahlia, dal sorprendente Femme Fatale, genialata mica da poco, fino all’ultimo Redacted, uno dei migliori e più crudi film di guerra mai realizzati, eppure boicottato clamorosamente da Hollywood. D’altra parte è un regista che è sempre stato ai margini del sistema, con rare concessioni commerciali (il primo Mission: Impossible), e troppo vicino al cinema di genere, al thriller, al B-movie, quando non era ancora arrivato un Tarantino in grado di riabilitare e sdoganare il cinema di genere. E Tarantino a De Palma deve molto e non lo nasconde nemmeno: in Grindhouse - A prova di morte, viene ad esempio ripreso lo splendido tema musicale di questo Blow Out realizzato dal nostro Pino Donaggio. Quello che i Modà a Sanremo hanno osato omaggiare rovinare. E attenzione, perché la accoppiata De Palma-Donaggio tornerà a riformarsi per il nuovo film del regista, Passion, remake del bel thriller francese Crime d’amour.

"Dimmi tutto, Gianni Boncompagni. Ti sento forte e chiaro.
Vuoi che faccia un balletto sulle note di T'appartengo?"

I riconoscimenti nei confronti del De Palma sono sempre stati molto limitati. Non è mai stato nominato agli Oscar né come miglior regista né tra i migliori film, ha vinto appena un Orso d’argento a Berlino nel lontano 1969 con Ciao America e un Leone d’Argento a Venezia con Redacted. Persino Gli intoccabili, che pensavo avesse ricevuto chissà quanti premi, è rimasto parecchio a bocca asciuta. Addirittura, all’ombra del povero De Palma sono piovute addosso varie nomination ai Razzie Awards come peggior regista, persino per Scarface e Omicidio a luci rosse (ma siamo fuori di testa?). Insomma, uno dei registi più sottovalutati, se non il più sottovalutato in assoluto nella storia del cinema.

"Pronto, Trinity? Ma lo sai che le ultime stagioni di Dexter han fatto cagare?"

Blow Out non fa eccezione. Un’altra perla della sua filmografia, non la più brillante in assoluto per quanto mi riguarda, ma un film che trasuda passione e amore per il cinema a ogni fotogramma. La pellicola è un ottimo thriller, infestato dalla presenza inquietante di John Lithgow epoca pre-Trinity di Dexter, ma è anche e soprattutto una visione fatta da un cinefilo per cinefili. L’apertura è un horror in piena regola, con cui De Palma riporta alla memoria il precedente exploit di Carrie. Si scopre poi che è solo un film nel film e può partire il film vero e proprio. Blow Out altro non è che una rivisitazione e omaggio, fin dal titolo, del Blow Up di Michelangelo Antonioni. Laddove là trovavamo un fotografo che finiva al centro di una trama gialla, qui abbiamo un tecnico del suono, che pure lui finirà suo malgrado per diventare protagonista di un’intricata e intrigante trama thrilla, tra complotti politici, ricatti in stile Fabrizio Corona e suoni che possono rivelare un dettaglio decisivo di un omicidio.

"Lo so, John. Non a caso io non ci son più...
Ma comunque come facevamo a vivere senza i cellulari e senza Ruzzle?"

Okay, è il John Travolta Day e io mi sono lasciato andare in un lungo pistolotto dedicato a Brian De Palma, però ci stava, edday. Tornando al nostro protagonista di giornata, il regista di origini italiane ha regalato all’attore di origini italiane un ottimo ruolo. John Travolta è con questo film che secondo me ha davvero convinto Quentin Tarantino ad affidargli la parte di Vincent Vega in Pulp Fiction. Per la scena del balletto con Uma sulle note di “You Never Can Tell” di Chuck Berry magari avrà pensato alle sue mosse di danza in La febbre del sabato sera e Brillantina, probabile, però per le scene di dialogo alla tavola calda il richiamo secondo me va a Sally e Jack, ovvero Nancy Allen (ex compagna di De Palma) e John Travolta. Come abbiamo visto nella breve Travolta Story qui sopra, non è che questo film abbia portato così tanta fortuna alla carriera dell’attore. Con Blow Out sembrava infatti destinato a fare il grande salto nel cinema d’autore, e invece gli 80s si sono rivelati per lui parecchio deludenti e c’è voluto Tarantino nei 90s per resuscitarlo.
Se in Blow Out Travolta non si dedica al suo cavallo di battaglia, ovvero la scena di danza, pure qui l’attore se non altro sfoggia la sua tipica camminata figa. Perché come cammina John Travolta, nessuno mai.

Anche in Blow Out John Travolta cammina figo per i sentieri di una pellicola piacevolmente mutante, che è un po’ thriller ma è anche un po’ storia d’amore, un amore mancato come quello tra Vincent Vega e Mia Wallace in Pulp Fiction. Un boy meets girl, con il protagonista travolto in una vicenda più grande di lui, quindi, per un Brian De Palma un po’ più romantico del suo solito. Qualche suo detrattore potrà accusare i suoi film di non essere particolarmente sentimentali e invece sbaglia. Blow Out è l’ennesimo atto d’amore di un regista follemente innamorato del cinema. (voto 8/10)

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