John Travolta è stato travolto da un insolito destino. La sua carriera ha infatti attraversato la classica fase di ascesa al successo, davvero travolgente grazie a una manciata di film musicali come La febbre del sabato sera e Grease, che l’hanno trasformato in autentica icona generazionale e simbolo di un’epoca, quella della Disco music di fine anni ’70. E poi, inevitabilmente, il declino. Come spesso accade a chi viene identificato in maniera tanto stretta a un periodo preciso, John Travolta negli anni ’80 ha affrontato una rapida e improvvisa caduta, cominciata proprio dopo la sua grande occasione nel cinema d’autore con Blow Out di Brian De Palma, su cui concentreremo le nostre attenzioni tra poco. Dopodiché, il Travolta ha conosciuto un nuovo inaspettato picco di popolarità con Senti chi parla, commediola famigliare dal grande successo commerciale e che ha partorito pure due (orripilanti) sequel.
"Ma che cos'è uno Skrillex? Un rumore fastidioso?"
Blow Out (USA 1981) Regia: Brian De Palma Sceneggiatura: Brian De Palma Cast: John Travolta, Nancy Allen, John Lithgow, Dennis Franz, John McMartin, Curt May, Peter Boyden Genere: thrilla Se ti piace guarda anche: Blow Up, Omicidio a luci rosse, Frantic, Pulp Fiction, Berberian Sound StudioOgni volta che vedo un film di Brian De Palma, penso a quanto sia sottovalutato. Faccio mea culpa, visto che anche io stesso l’ho spesso sottovalutato. Magari rimango folgorato da qualche suo film, e poi lo lascio perdere per troppo tempo. Ho ancora un sacco di sue pellicole da recuperarmi. Ogni volta comunque è un piacere scoprire le sue gemme e rimanere sedotti e john travolti dal suo enorme talento visivo: è capitato con Le due sorelle e quella sua fenomenale scena di split-screen, con Carrie - Lo sguardo di Satana e il suo bagno di sangue (presto è in arrivo il remake con Chloe Moretz). È capitato in maniera ancor più dirompente con due autentici Capolavori, i suoi due film che preferisco in assoluto: Scarface, enorme, monumentale, il più grande gangsta movie mai visto, e poi con Omicidio a luci rosse, vera e propria lezione su come va girato un thriller. Molto affascinanti anche gli altri suoi film in cui mi sono imbattuto, dall’ottimo Carlito’s Way, comunque un gradino sotto il fondamentale Scarface, al sottovalutato The Black Dahlia, dal sorprendente Femme Fatale, genialata mica da poco, fino all’ultimo Redacted, uno dei migliori e più crudi film di guerra mai realizzati, eppure boicottato clamorosamente da Hollywood. D’altra parte è un regista che è sempre stato ai margini del sistema, con rare concessioni commerciali (il primo Mission: Impossible), e troppo vicino al cinema di genere, al thriller, al B-movie, quando non era ancora arrivato un Tarantino in grado di riabilitare e sdoganare il cinema di genere. E Tarantino a De Palma deve molto e non lo nasconde nemmeno: in Grindhouse - A prova di morte, viene ad esempio ripreso lo splendido tema musicale di questo Blow Out realizzato dal nostro Pino Donaggio. Quello che i Modà a Sanremo hanno osato
"Dimmi tutto, Gianni Boncompagni. Ti sento forte e chiaro.
Vuoi che faccia un balletto sulle note di T'appartengo?"
"Pronto, Trinity? Ma lo sai che le ultime stagioni di Dexter han fatto cagare?"
Blow Out non fa eccezione. Un’altra perla della sua filmografia, non la più brillante in assoluto per quanto mi riguarda, ma un film che trasuda passione e amore per il cinema a ogni fotogramma. La pellicola è un ottimo thriller, infestato dalla presenza inquietante di John Lithgow epoca pre-Trinity di Dexter, ma è anche e soprattutto una visione fatta da un cinefilo per cinefili. L’apertura è un horror in piena regola, con cui De Palma riporta alla memoria il precedente exploit di Carrie. Si scopre poi che è solo un film nel film e può partire il film vero e proprio. Blow Out altro non è che una rivisitazione e omaggio, fin dal titolo, del Blow Up di Michelangelo Antonioni. Laddove là trovavamo un fotografo che finiva al centro di una trama gialla, qui abbiamo un tecnico del suono, che pure lui finirà suo malgrado per diventare protagonista di un’intricata e intrigante trama thrilla, tra complotti politici, ricatti in stile Fabrizio Corona e suoni che possono rivelare un dettaglio decisivo di un omicidio."Lo so, John. Non a caso io non ci son più...
Ma comunque come facevamo a vivere senza i cellulari e senza Ruzzle?"
Se in Blow Out Travolta non si dedica al suo cavallo di battaglia, ovvero la scena di danza, pure qui l’attore se non altro sfoggia la sua tipica camminata figa. Perché come cammina John Travolta, nessuno mai.
Anche in Blow Out John Travolta cammina figo per i sentieri di una pellicola piacevolmente mutante, che è un po’ thriller ma è anche un po’ storia d’amore, un amore mancato come quello tra Vincent Vega e Mia Wallace in Pulp Fiction. Un boy meets girl, con il protagonista travolto in una vicenda più grande di lui, quindi, per un Brian De Palma un po’ più romantico del suo solito. Qualche suo detrattore potrà accusare i suoi film di non essere particolarmente sentimentali e invece sbaglia. Blow Out è l’ennesimo atto d’amore di un regista follemente innamorato del cinema. (voto 8/10)