Lei, Sylvie Vartan, apparve un sabato sera dei primi Settanta durante il canonico varietà televisivo trasmesso dalla Rai. Di una bellezza quasi mistica, il suo sguardo conteneva tuttavia un richiamo carnale appena velato, una promessa peccaminosa in attesa di concedersi. Alla faccia del freudiano periodo latente secondo cui i sensi del bimbo giacciono sopiti, i miei fecero una doppia capriola con oplà finale.