A cura di Piksi4.
L’aquila rossa è tornata a volteggiare alta nei cieli di Lisbona, e non solo.
Una grande del calcio europeo, da tempo decaduta, Il Benfica si è risollevato negli ultimi anni grazie a politiche societarie avvedute, a talenti scovati grezzi per poi essere rivenduti a cifre importanti, ma soprattutto grazie all’apporto di uno dei tecnici autoctoni più fantasiosi e controversi.
Jorge Fernando Pinheiro de Jesus siede sulla panchina del club lusitano più glorioso da 5 anni.
Coi colori sociali…
Capace di vincere subito il titolo nel 2009, il 59enne tecnico di Amadora ha collezionato successivamente tre secondi posti, arricchendo però la bacheca dei biancorossi con tre Coppe del Portogallo.
Uno dei suoi grandi meriti è l’aver riportato il club del presidente Luis Filipe Vieira nell’elite del calcio europeo, in virtù di alcune buone partecipazioni in Champions League, e di percorsi di tutto rispetto in Europa League, competizione in cui ha collezionato una semifinale ed una finale in tre anni.
L’anno che poteva incastonare nella storia il prestigio di Jesus è stato lo scorso, in cui il Benfica è andato ad un passo da vincere tutto, salvo poi fallire clamorosamente sul traguardo ogni obbiettivo (campionato, coppa ed Europa League).
Proprio nel momento del maggior sconforto, però, la dirigenza della squadra capitale ha dimostrato saggezza e lungimiranza, decidendo di proseguire il cammino col suo tecnico.
La scelta ha dato loro ragione, con il Benfica ormai lanciato verso il 33mo titolo, in semifinale di Taca de Liga e impegnato in un non proibitivo quarto di Europa League contro l’Az Alkmaar.
Anche quest’anno il Da Luz è quasi sempre pieno, la gente accorre per godere dal vivo del gioco brioso e ricco di soluzioni offensive di Jesus, sublimate nelle conclusioni del bomber di punta Cardozo.
Il tecnico è stato protagonista della valorizzazione di molti talenti in passato (tra gli altri, David Luiz, Angel Di Maria, Ramires, Javi Garcia, Matic e Axel Witsel) ma anche al presente (tra gli ultimi in rampa di lancio, Djuricic, Lima, Salvio, Rodrigo, Garay e soprattutto il crack Gaitan).
Un anticonformista, il buon Jorge, sempre frizzante nelle conferenze stampa e mai banale nelle sue esternazioni, tanto da essere stato paragonato in patria a Mourinho.
Esempio di quest’ultime fu lo scambio vivace che seguì l’ultimo match di Europa League col successo sul Tottenham.
Il trainer degli Spurs, Sherwood, tacciò Jesus di poca sensibilità e fair play, forse a causa delle sue bizzarre scene di esultanza, nell’area tecnica, coi gol dei portoghesi celebrati quasi a passo di danza…
Molto focoso in panchina, Jesus è stato anche al centro di episodi contestati, come la strenua difesa di un tifoso del club fermato dagli steward per invasione di campo al termine di un match di campionato col Maritimo nel settembre 2013.
Carattere volitivo e fumantino, dunque, fiducia incrollabile nei propri mezzi, ma anche e soprattutto grande competenza e capacità di guida di prim’ordine.
Col suo condottiero, l’aquila è di nuovo pronta a volteggiare per celebrare nuove pagine di gloria.