Posto un pensiero breve. Non è un ricordo e nemmeno un necrologio. Da poco se ne è andato Gabriel Garcia Marquez e il web ribolle già di citazioni e articoli copia e incolla. In dieci milioni citeranno la frase in cui si parla si parla del colonnello Aureliano Buendìa e delle sue 32 rivoluzioni perse. Un’altra decina citerà l’incipit del romanzo. Io voglio salutare lo scrittore di uno dei miei libri preferiti riprendendo una storia, una delle tante meravigliosamente assurde di quel libro tra i miei preferiti. Senza citare.
E’ la storia del rapporto postmortem tra Josè Arcadio Buendìa e Prudencio Aguilar. La faccio breve: Prudencio, avvelenato dal rancore per la sconfitta del suo gallo da combattimento, accusa Josè di essere impotente, in quanto la moglie non ha ancora procreato. Questi lo infilza e salva così il suo onore. Ma non la sua mente. Il rimorso per l’omicidio è enorme. Josè uccide tutti i suoi galli, seppellisce la lancia, abbandona il paese di Riohacha, ma non basta perché il fantasma piangente di Prudencio non lo abbandona. All’inizio è una tortura, una presenza esasperante che solo lui può vedere, un ectoplasma che lo porta alla follia. Con il tempo, però, quella fastidiosa presenza diventa un compagno di vita. Colui che lo capisce. L’unico che lo capisce. Infine, l’unico che gli rivolge laparola. Si, perché Josè sbarella e quasi fa paura e i familiari si vedono costretti a tenerlo legato nel cortile come un cane. Josè parla solamente con Prudencio. Tutti si dimenticano del vecchio autoritario Buendia, tutti tranne Prudencio. Un fantasma come amico.
E’ un libro ostico, più citato che letto, un libro da “si, l’ho letto anni fa, ma non ricordo bene.” Alcuni lo adorano, altri si sono fermati all’impossibile nomenclatura dei Buendìa. Io, che lo lessi anni fa, da allora cerco una storia come quella di Josè e Prudencio. Storia comprimaria, dimenticata, storia di galli da combattimento, uomini, sangue, rancore, rimorso, amicizia, conflitti generazionali, solitudine. Storia di vita. Una delle tante, in fondo. Grazie Gabriel.