I diritti delle due prossime edizioni dei Giochi sono stati acquisiti dalla pay tv, ma l'obbligo di trasmissione in chiaro di almeno 100 ore per le olimpiadi invernali e di 200 per quelle estive non ha trovato a oggi ancora riscontro. Nei giorni scorsi, il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva espresso preoccupazione di fronte all'ipotesi che la tv pubblica non trasmettesse l'edizione di Sochi del prossimo anno, commentando le indiscrezioni sulla cessione da parte di Sky a Cielo, canale in chiaro di Sky.
Alla Rai, la ministra dello sport Josefa Idem chiede che «non vadano deluse le aspettative di milioni di italiani ed italiane» ed esorta l'azienda radiotelevisiva di stato «a decisioni tempestive e consapevoli dell'importanza che lo sport riveste nel nostro paese», ricordando che altri Paesi «hanno già sottoscritto impegni anche per i giochi del 2018 e del 2020 e per le paralimpiadi». La ex campionessa vuole «maggiore visibilità anche delle gare paralimpiche, ancora totalmente non coperte, nonostante lo straordinario successo dell'edizione londinese».
In ogni caso, per la ministra Idem «sono maturi i tempi» per un riflessione sui «criteri attraverso cui vengono stipulati i contratti per i diritti tv delle olimpiadi», si tratta di temi «che meritano l'attenzione del governo e del parlamento, così come della commissione di vigilanza».
«Ho avuto conferma della sensibilità e dell'attenzione della presidente della Rai Tarantola su questi temi - afferma l'ex campionessa oggi al governo- e conto sulle capacità del servizio pubblico di cogliere con prontezza le opportunità attuali e le sfide dei prossimi anni. Un servizio pubblico che deve poter svolgere un ruolo attivo nella promozione dello sport e dei valori civili e sociali che trovano magistrale espressione nelle manifestazioni olimpiche».