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Jovanotti torna al San Paolo. Biglietti già a ruba…

Creato il 25 febbraio 2015 da Vesuviolive

jovanotti

È tornato Jovanotti. Come sempre, alla grande. Ieri l’artista toscano ha presentato il suo ultimo lavoro “Lorenzo 2015 cc”, un album contenente ben 30 tracce, uno “streaming di emozioni” come lui stesso lo ha definito.

Lorenzo, consacrato negli anni ’80 grazie all’album Jovanotti For President che includeva le famose hit Gimme five e La mia moto, è sicuramente l’artista italiano più amato, al pari di Vasco e Ligabue.

L’uscita del disco precede il nuovo tour negli stadi che si svolgerà nei mesi di giugno e luglio. Undici date che faranno vibrare gli stadi. E per la grande occasione anche il San Paolo riaprirà i cancelli, dopo ben 15 anni.

Jovanotti, Riccardo Onori, Saturnino Celani ed il resto della band saranno a Napoli il 26 luglio. E sono già 12mila i biglietti venduti! Il popolo partenopeo poi è particolarmente grato all’artista toscano, per aver ricordato sulla propria pagina facebook, in modo non scontato e retorico, e con profondo affetto il grande Pino Daniele nel giorno della sua morte.

«Questo gira attorno alla parola libertà – spiega Jovanotti - perché concepito lontano da ogni tipo di condizionamento. Mi sono chiesto se 30 tracce andassero bene, poi mi sono detto che il disco è questo, anche perché, appena toglievo qualcosa, si sbilanciava tutto».«Sulla copertina dell’album ho una pettorina da motocross. E’ un’armatura da poco, non una cosa da supereroe o da guerriero, è una bardatura per il fuoristrada, ma è pur sempre una protezione. Ogni protezione è insieme una dichiarazione di attacco e una rappresentazione della propria fragilità. Il grande saggio/mistico che si mette nudo dichiara la sua invincibilità, invece questa tuta da motocross, come un’armatura, dichiara la fragilità, la vulnerabilità, che è quello di cui parla questo album. Ogni canzone parla di una relazione, di un contatto possibile, di un abbraccio per affrontare la vita, per stare nella crepa, per cavalcare il fulmine».

«In tempi di frammentazione estrema – continua il cantante – nel mondo degli hashtag e dei tag ho fatto un disco che io stesso non riesco a definire, forse perché assomiglia ad un essere umano, anche nei suoi limiti, ma spero soprattutto nella sua vitalità impossibile da limitare.Durante i miei concerti mi rendo conto che le persone davanti a me non compongono un popolo omogeneo come spesso accade con la musica di genere. Il mio pubblico è moderno, è legato da un valore più che da un recinto, da uno spirito più che da una formula. Direi, cercando un’immagine, che è più interessato al vento che alla bandiera. Per questo – conclude Jovanotti – amo mettere in un album canzoni così diverse tra loro, perché so che la mia gente la pensa come me: non è in cerca di sicurezze ma di pezzi strepitosi, che liberino l’immaginazione».


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