di David O. Russell (Usa, 2015)
con Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Bradley Cooper, Isabella Rossellini, Edgar Ramirez, Diane Ladd, Virginia Madsen
durata: 124 minuti
★★★☆☆
Il Sogno Americano ridotto a una soap-opera, di quelle che ormai guardano solo le signore di bassa cultura e minime aspirazioni, che se ne stanno tutto il giorno sul divano a vedere la tv: chi ha sbrigativamente liquidato Joy come l'ennesima rappresentazione dell' American Dream, probabilmente non ha prestato molta attenzione al modo in cui David O. Russell ha strutturato il suo ultimo film, che è un tantino più profondo e complesso di quello che appare...
Attenzione alle date, perchè è importante capire in che epoca ci troviamo: siamo agli inizi degli anni '90, vale a dire nell'America di Bush sr., della Guerra del Golfo, del boom economico e del periodo d'oro della Borsa. Erano gli anni in cui qualsiasi titolo compravi ti faceva fare soldi, i mutui subprime erano ben lontani dal concepimento e gli Stati Uniti erano (ancora) la Terra dell'Abbondanza, ovvero delle opportunità e delle possibilità che non si negano a nessuno. Così, poteva ancora accadere che una ragazza madre trentenne, spiantata e con tre figli a carico, riuscisse a dare una svolta alla propria vita vendendo a milioni di persone stordite dalla tv un trabiccolo di sua invenzione: l'immagine, appunto, del Sogno Americano. Ma dietro quell'immagine di (apparente) benessere, c'era invece una nazione opulenta e pantofolaia, ingenua e retrograda, che si stava lentamente avviando al disfacimento economico e sociale, poi definitivamente sancito dopo nemmeno un decennio dall'attentato alle Torri Gemelle e dalla conseguente, tremenda disillusione.
E invece la splendida Jennifer Lawrence la sua nomination se la merita, eccome. Possiamo dire tutto su di lei: che è onnipresente, costruita, un tantino antipatica e anche un po' smorfiosetta... ma è anche una delle migliori attrici in circolazione a Hollywood, capace di caricarsi sulle spalle il peso di un film intero e farlo diventare appetibile a un pubblico che, altrimenti, difficilmente si appassionerebbe alla biografia dell'inventrice di uno spazzolone... la Lawrence è un'interprete sopraffina, versatile, credibile in ogni ruolo. E i suoi ruoli finora sono stati quelli di donne "normali" e piene di difetti, problematiche, sole e spesso infelici, vale a dire i ruoli più difficili da interpretare: non si è mai "imbruttita" ad arte per ricattare il pubblico, non è mai ingrassata o dimagrita a comando, non ha mai interpretato donne handicappate o malate terminali per ingraziarsi i membri dell'Academy. Per certi aspetti (determinazione, coraggio, scelta dei ruoli) mi ricorda la grande Jodie Foster, che non a caso l'aveva già voluta con sè in Mr. Beaver.
Vale la pena vederlo, solo per lei.