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"Joyce Lussu, la mente veloce come il tempo" di Antonietta Langiu (Il Messaggero-Marche Cult - 7 Marzo 2013)

Creato il 07 marzo 2013 da Laperonza

 

Un incontro particolarissimo e unico, che ha cambiato il senso del mio cammino e reso più significativa la vita, è stato quello con Joyce Lussu. Devo a lei se ho iniziato a pubblicare ciò che venivo scrivendo, alla sua stima, alla sua fiducia, alla sua forza di volontà cui era difficile opporsi. Mi ha chiamata; sono andata nella sua casa di San Tommaso e non ci siamo più lasciate.

Personaggio tra i più significativi del Novecento, Sibilla marchigiana, ma cittadina del mondo, ha dato tanto alla cultura e alla crescita morale e civile della società. Con il marito Emilio Lussu ha vissuto la lotta antifascista, la clandestinità e la Resistenza. Animata dall’amore per l’uomo e l’umanità, ha attraversato la storia d’Italia e d’Europa lungo le svolte più drammatiche, sempre attenta alle ingiustizie sociali e alle violazioni dei diritti umani, alle diversità e ai conflitti, ma anche all’amore e alle bellezze della vita. Indimenticabile per la sua preveggenza, la capacità di essere sempre al passo con i tempi, l’attualità del suo pensiero legato ai temi in discussione oggi nel mondo: l’affermazione dei valori democratici, la politica e la morale, la pace e la guerra, l’acqua e lo sviluppo eco-compatibile, la questione femminile. Parlare oggi della eterna “lotta per la vita” di Joyce, ci porta a riflettere sulla memoria simbolica dell’otto marzo con l’aumento della violenza quotidiana sulle donne, il loro impoverimento mondiale, le politiche patriarcali, mercantili e guerrafondaie, di cui le maggiori vittime sono proprio le donne e i bambini. E alla storia delle donne e del loro ruolo, Joyce ha dedicato molto del suo tempo e del suo impegno, a partire dalle donne sarde fino alle sibille che non sono altro che la memoria storica tramandata attraverso il racconto tra generazioni.

Tali eredità etiche, culturali, storiche e civili lasciateci da Joyce non potevano, né possono essere dimenticate; è nato così “Joyce Lussu. Bio e bibliografie ragionate”, pubblicato tra i Quaderni del Consiglio Regionale Marche e scritto in collaborazione con un’amica. Ho ricordato i suoi cento anni in giro per l’Italia nel 2012, e l’otto maggio a Firenze, la città natale che l’aveva vista fuggitiva a dodici anni con la famiglia, per le brutalità fasciste. Ho parlato di lei, viaggiatrice instancabile e leggera, che si muoveva anche in età avanzata per raggiungere i giovani, che lei amava, riamata, in tutte le scuole d’Italia per parlare di storia, di progettualità sociale e di utopia. “Noi tutti così diversi/noi tutti così uguali…”


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