Oggi il re di Spagna compie 73 anni e visto che alcune lettrici mi hanno chiesto di ricordare le sue nozze con Sofia di Grecia, questa mi sembrava l’occasione giusta.
Il primo incontro ufficiale e documentato fra Juan Carlos di Borbone e Sofia di Grecia avviene nell’estate del 1954 durante la celebre crociera dei re organizzata dall’ambiziosa regina Frederika, ufficialmente con lo scopo di riportare in auge il turismo ellenico, ma in realtà con l’obiettivo di favorire i matrimoni regali. A bordo della nave dell’Agamennon c’è quasi tutto il gotha europeo che ha accolto con entusiasmo l’invito: “un’eccellente idea – dice la vecchia ed eccentrica principessa Maria Bonaparte – ormai ci si vede solo per i funerali”. Il figlio maggiore del conte di Barcellona, pretendente ad un trono momentaneamente congelato dal generalissimo Franco, ha poco più di sedici anni e non sembra accorgersi della principessa sua coetanea. La principessa greca, invece, nota subito il giovane Borbone. “Era molto simpatico – ha raccontato la regina – forse un po’ monello. I suoi genitori gli lasciavano fare tutto. E questo mi faceva infuriare. Lui poteva ballare fino all’alba, io a mezzanotte dovevo essere a letto. Il figlio dei Barcellona, come si diceva allora, mi sembrava un rivoluzionario, strano e terribilmente ragazzaccio. Eravamo quasi coetanei, ma tutto ci separava, non avevamo neanche amici in comune. Lui frequentava soprattutto gli Orléans e i Savoia, io la famiglia reale inglese e i vari principi tedeschi. Durante la crociera non è successo nulla, non mi ha neanche invitata a ballare”. Nel 1958 Frederika organizza un’altra crociera, in tono un po’ minore, ma anche questa volta non accade niente. Il principe spagnolo e la principessa greca si rivedono nell’estate 1960, prima ad Althausen nei pressi di Stoccarda in occasione delle nozze tra Karl, futuro duca di Wurttemberg, e Diana d’Orléans e poco dopo a Roma, dove Costantino di Grecia vince un oro olimpico nella vela. Ma anche questi due incontri sono senza conseguenze, all’epoca Juan Carlos ha altro in mente, la bellissima principessa Maria Gabriella di Savoia e Olghina de Robilant, unioni entrambe impossibili. Nel giugno del 1961 Sofia accompagna il fratello a Londra al matrimonio del duca di Kent (cugino di Elisabetta II e figlio di una principessa greca) e finalmente il futuro re si accorge che la ragazzina greca con i capelli corti e il viso paffuto si è trasformata in una giovane donna. D’altronde nelle varie cerimonie, cene e balli, che precedono le nozze, i due si ritrovano sempre l’uno accanto all’altra e poiché il rigido cerimoniale della corte inglese lascia davvero poco spazio alla casualità forse al destino è stato anche aiutato. I due diretti interessati hanno sempre negato la tesi dell’unione combinata, ma la regina Vittoria Eugenia e suo cugino lord Louis Mountbatten conte di Birmania, eroe di guerra, ultimo vicerè dell’India, zio e consigliere della regina Elisabetta e amico del conte di Barcellona, pare si siano dati sul serio molto da fare. “Il nostro matrimonio non è stato frutto di nessun arrangiamento tra le famiglie – ha chiarito la regina Sofia – i miei genitori non pensavano certo di farmi sposare uno spagnolo. E da parte sua Franco non desiderava affatto che Juan Carlos si unisse alla figlia di un re che egli considerava, a torto, un massone. In ogni caso avrei rifiutato di sposarmi per convenienza. Ci siamo uniti per amore. Solo per amore. Ero così felice”. “Amo la principessa Sofia dal giorno in cui l’ho incontrata – ha dichiarato anni fa Juan Carlos – E’ una delle poche donne di mia conoscenza in grado di portare con dignità una corona”. Un modo elegante per dire che nella sua relazione con la figlia del re dei Greci, il cuore ha incontrato la ragione.
Gli sposi con le damigelle d’onore: a sinistra partendo dall’esterno, Alessandra di Kent, Tatiana Radzwill, Benedikte di Danimarca, Irene di Grecia; a destra sempre partendo dall’esterno Pilar di Borbone, Irene dei Paesi Bassi, Anna d’Orléans, Anne Marie di Danimarca
Frederika di Grecia, informata della piega che stanno prendendo gli eventi, capisce che si tratta di un’occasione d’oro e il principe viene invitato a passare il mese di luglio alla villa Mon Repos di Corfù; i giardini della residenza reale sono, all’epoca, un luogo magico, coperto di eucalipti, magnolie, cipressi, aranceti, limonaie e ulivi, il parco degrada dolcemente verso il mare blu sotto il limpido cielo greco. Impossibile immaginare una cornice più romantica per una dichiarazione d’amore.
L’annuncio ufficiale del fidanzamento viene dato il 13 settembre di quello stesso 1961 a Losanna, dove la regina Vittoria Eugenia accoglie con immensa gioia i due innamorati e i rispettivi genitori. Unica ombra su queste fauste nozze la posizione irremovibile della chiesa ortodossa che non approva l’idea di un matrimonio con il solo rito cattolico e non vede di buon occhio la conversione al cattolicesimo. Ci vogliono tutta la pazienza e l’abilità diplomatica di papa Giovanni XXIII per risolvere la delicata questione, il pontefice consente al doppio matrimonio, cattolico ed ortodosso (fatto del tutto insolito per la chiesa romana, ma siamo nel 1962, l’anno del Concilio Vaticano II) ma raccomanda una rapida abiura della sposa.
Le nozze vengono celebrate ad Atene il 14 maggio 1962, dove già quattro giorni prima sono iniziati i balli e i ricevimenti in onore degli sposi. E’ dal matrimonio della principessa Elisabetta, futura regina d’Inghilterra, nel 1947, che non si vedeva un tale rassemblamento di re, regine e principi. Nella capitale greca si ritrovano re Olav di Norvegia, la regina Vittoria Eugenia, la regina Giuliana d’Olanda e il principe Bernardo, l’ultima regina d’Italia, Maria-Josè, l’ex re di Romania, Michele con la moglie, Ranieri e Grace di Monaco, i sovrani del Lietchtenstein, i granduchi del Lussemburgo, la regina di Danimarca Ingrid, la regina madre di Romania e la duchessa madre di Aosta, nate principesse di Grecia, il conte e la contessa di Parigi, il duca e la duchessa di Wurttemberg e molti altri. In totale sono presenti centocinquanta rappresentanti di ventisette famiglie reali europee, tra cui sette regine, quattro re, una cinquantina di principi e principesse, ventitré duchi, ecc. Mancano all’appuntamento solo la regina d’Inghilterra e Baldovino del Belgio ai quali i rispettivi governi hanno sconsigliato, per motivi diplomatici, di partecipare.
Gli sposi con la damigelle, i testimoni e i rispettivi genitori e fratelli. Da sinistra la regina Frederika di Grecia, il principe ereditario Costantino, re Paolo di Grecia (fra Sofia e Juan Carlos), il conte di Barcellona, la contessa di Barcellona.
Il 14 maggio si svolgono due cerimonie nuziali, la prima secondo il rito cattolico seguita da quella ortodossa alla quale viene dato un maggiore risalto. Sofia è ancora una principessa greco-ortodossa e la cerimonia di rito romano è stata accettata come compromesso. I testimoni, secondo l’uso sono numerosi, per la prima celebrazione vengono scelti Michele di Grecia e Amedeo d’Aosta cugini della fidanzata e l’infante Alfonso d’Orlèans duca di Galliera e Alfonso di Borbone rispettivamente prozio e cugino dello sposo. Durante la cerimonia ortodossa re Paolo, il principe Costantino, Vittorio-Emanuele di Savoia, Christian di Hannover, Carlos di Borbone-Sicilia, Marino Torlonia e Luis di Baden si alternano per sostenere le tradizionali corone sopra la testa degli sposi.
Le otto damigelle d’onore di Sofia sono: Alexandra di Kent, cugina della regina d’Inghilterra e figlia di Marina di Grecia, Tatiana Radziwill, figlia di Eugenia di Grecia e amica intima di Sofia, Benedicte e Anna Maria di Danimarca, le figlie di re Federico IX, Irene di Grecia, sorella minore della sposa, Anna d’Orlèans, una delle figlie del conte di Parigi, amica d’infanzia dello sposo, Irene d’Olanda, figlia della regina Giuliana, e Pilar di Borbone sorella di Juan Carlos.
La futura regina è vestita da Jean Dessès sarto parigino di origine greca, che ha creato un abito dalla linea semplice di organza bianca, con uno strascico lungo 5 metri, mentre il velo, lo stesso indossato da Frederika, è trattenuto da una piccola, elegante e leggera tiara stile Impero in platino e diamanti di varie misure fra cui una grande goccia centrale oscillante. Realizzato probabilmente dal gioielliere tedesco Koch, il diadema è uno dei doni di nozze del kaiser Guglielmo II all’amatissima figlia Vittoria Luisa che va sposa a Ernesto Augusto di Hannover. Il gioiello, nel quale si fondono in modo particolarmente riuscito, le linee “Impero” e quelle “elleniche” passa all’unica femmina della coppia, Frederika e da lei a Sofia che nel 2004 la presta alla futura nuora Letizia Ortiz.
Durante la cerimonia ortodossa la futura regina di Spagna, emozionata non riesce a trattenere qualche lacrima di commozione e i fotografi ufficiali immortalano il momento in cui si asciuga velocemente gli occhi con un fazzolettino di pizzo. Il matrimonio è magnifico, il vero capolavoro della regina Frederika, che ripeterà l’exploit due anni dopo quando il diadokos Costantino porterà all’altare la giovanissima Anna Maria di Danimarca, della quale si è innamorato proprio durante le nozze della sorella.
Nel tardo pomeriggio gli sposi partono per una luna di miele che li poterà in giro per il mondo e al loro rientro si stabiliscono in una villa nei dintorni di Madrid, la Zarzuela. Lì aspetteranno, per tredici difficili anni, che si compia il loro destino.
Sul matrimonio greco circolano una serie di gustosi aneddoti. Uno di questi riguarda il conte e la contessa di Parigi, cugini della contessa di Barcellona, che arrivano ad Atene sullo stesso aereo dei principi di Monaco. All’aeroporto, con enorme sorpresa dei giornalisti e dei monarchici, Grace scende a terra prima della contessa di Parigi, nonostante quest’ultima, nominalmente, se non di fatto, sia la regina di Francia, e l’altra solo un’Altezza Serenissima. Una cosa inaudita per le regole del protocollo, che però viene ben presto spiegata: Grace e Ranieri hanno viaggiato in prima, i conti di Parigi, benché altezze reali, in classe turistica. Punto sul vivo e colpito anche dalle attenzioni che vengono riservate alla coppia monegasca (re Paolo apre con Grace il ballo organizzato la vigilia delle nozze) il conte di Parigi, conversando con la principessa Maria Bonaparte, osserva acido: “in fondo tutti sanno che lei è solo un’ex attrice, e lui, che cos’è lui?”. “Lui mio caro Henri – risponde Maria Bonaparte – è un sovrano regnante, lui!”.
La sera prima delle nozze si svolge al palazzo reale di Atene una grande festa da ballo a cui prendono parte tutti gli ospiti. Ecco la sfilata degli invitati, provate a riconoscerli.
Infine ecco la tiara nuziale, indossata di madre in figlia.