La pace ha vinto in Colombia: Juan Manuel Santos è stato confermato alla
presidenza del Paese e il dialogo con le FARC può continuare. La campagna elettorale è stata piuttosto combattuta, grazie al successo, al
primo turno, di Óscar Iván Zuluaga, il candidato dell'ex presidente Álvaro
Uribe Vélez, contrarissimo alla politica di dialogo di Santos.
Il presidente rieletto ha vinto al secondo turno con il 50,90% dei voti, contro
il 45.04% del suo avversario. Cosa è successo per convincere i colombiani, in
poche settimane, a lasciare Zuluaga e a continuare a fidarsi di Santos? Sono
successe molte cose e tutte da leggere con lo sguardo rivolto al lungo conflitto
armato che ha diviso il Paese per 50 anni e che ora potrebbe essere arrivato al
capolinea, grazie al dialogo di pace con la guerriglia, voluto dal presidente.
La vittoria al primo turno di Zuluaga va analizzata tenendo conto dell'altissima
astensione: ben il 60% dei colombiani non ha votato, una percentuale storica per
il Paese sudamericano. Al secondo turno, la sinistra ha manifestato il proprio
sostegno a Santos, co il volto visibile di Clara López, che al primo turno ha
raccolto ben 2 milioni di voti. Con quest'alleanza Santos ha stravinto a Bogotà,
tradizionalmente vicina al progressista Polo Democrático Alternativo,
Nell'intervallo tra il primo e il secondo turno, l'Ejército de Liberación
Nacional (ELN) ha manifestato l'intenzione di partecipare al processo di pace in
corso a L'Avana: per il presidente è stato un bel colpo di immagine. I
progressi in corso a Cuba, dove si stanno raggiungendo gli accordi sui vari
punti del programma di pace, hanno evidentemente convinto l'ELN che Santos è
davvero impegnato nel pacificare la Colombia ed è bene non rimanere fuori dal
processo. E, rimanendo ancora tra le guerriglie: le FARC hanno proclamato una
tregua unilaterale che ha funzionato perfettamente durante le elezioni. Il che
ha permesso ai colombiani di verificare cosa sarebbe il loro Paese se potesse
sempre decidere in un clima di pace. Non per niente numerosi intellettuali,
artisti e celebrities vari hanno appoggiato la campagna elettorale di Santos
insistendo proprio sulla fine del conflitto.
Poi c'è chi aggiunge, con un sorriso e un po' di malizia, che la buona stella
di Santos ha potuto contare anche su Mondiali in corso nel vicino Brasile: la
Colombia ha debuttato con un promettente 3 a 0 conto la Grecia. Un esordio
convincente, dopo 16 anni di assenza dai Mondiali. Una ragione di buonumore,
che, sommata alle altre, ha spinto molti colombiani a votare indossando la
maglietta della Nazionale.
Rieletto con una buona distanza dall'avversario, Juan Manuel Santos,
appartenente a una delle famiglie più prestigiose della Colombia (fino a pochi
anni fa era proprietaria di El Tiempo, il più importante quotidiano del Paese),
può adesso continuare il dialogo con le guerriglie del Paese e può contare
sull'appoggio sufficiente per raggiungere la pace anelata dai colombiani. Nei
decenni di guerra, la Colombia ha visto morire oltre 220mila persone e, cosa
altrettanto grave, ha visto ben 5 milioni di colombiani abbandonare le proprie
terre e trovare rifugio precario in altre regioni del Paese e nei Paesi
confinanti.