Judith di Vittorio Gnecchi, su libretto di Illica, torna a rivivere -
Oggi, sul blog, una notizia di lirica che mi fa piacere segnalare: la riscoperta, il restauro e la pubblicazione di un capolavoro musicale italiano del novecento che torna a rivivere. Si tratta dell’opera Judith, del compositore milanese Vittorio Gnecchi Ruscone, basato sull’ultimo libretto scritto da Luigi Illica (librettista, insieme a Giuseppe Giacosa, per tanti capolavori di Puccini), cui è stata restituita la sua partitura definitiva, dopo la morte del suo compositore nel 1954.
Il 16 gennaio 1953, alla Festspielhaus di Salisburgo, furono eseguiti per la prima volta (sebbene in forma di concerto e con ingenti tagli) i primi due atti dell’opera ” Judith “, l’ultimo grande dramma musicale del compositore milanese Vittorio Gnecchi Ruscone, basato sull’ultimo libretto scritto da Luigi Illica. Il successo fu enorme. Poi, il silenzio. Quell’opera corale prevista in tre atti, con una partitura orchestrale d’ingenti dimensioni, frutto di una gestazione che durò quasi quarant’anni, non arrivò mai sulle scene, arrestata anche dalla morte del suo compositore, sopraggiunta nel 1954.
Ciò che sembrava ormai perduto per sempre, ritrova vita grazie al recupero del manoscritto originale da parte dello storico e produttore Nikolaos Velissiotis. Il documento però è in uno stato di grave incuria, acefalo di buona parte del Primo Atto e incompiuto nel Finale.
Velissiotis affida allora al Musicologo e compositore Marco Iannelli (già curatore della riedizione della prima opera di Vittorio Gnecchi, “Cassandra”, nonché autore del libro “Il Caso Cassandra”, vincitore del Premio Luigi Illica nel 2009) la ricostruzione della partitura. Dopo tre anni di estenuante lavoro, raccogliendo frammenti manoscritti, appunti scenici, ripristinando e completando sia le parti andate perdute, sia quelle rimaste a livello di appunti e idee, Iannelli restituisce all’opera “ Judith ” la sua partitura definitiva.
Ritorna alla luce un’opera di dimensioni colossali, in cui la monumentale orchestrazione si riflette in un libretto epico e passionale, ove s’intreccia (sul tragico sfondo della guerra tra Assiri e Bethuliani) la trama dell’amore impetuoso e impossibile di Gioele e Judith, minacciato dalle brame di Holopherne. Un affresco musicale grandioso, affidato a otto solisti, coro e orchestra che disegnano una partitura sorprendente, che pare riassumere in sé tutte le esperienze musicali del suo secolo. Una scrittura complessa e di singolare modernità, instancabilmente attenta a ogni piega emotiva, ricca di felici e inattese soluzioni ritmiche e armoniche che descrivono e percorrono il dramma con un dettaglio a tratti disarmante.
Judith può ora tornare a vedere la luce del palcoscenico, regalando agli appassionati della lirica un capolavoro per troppo tempo dimenticato.
Il compositore di Judith, Vittorio Gnecchi
Vittorio Gnecchi, nato a Milano nel 1876, è stato un innovatore straordinario di grandissima levatura musicale rimasto modello purtroppo inascoltato dai suoi contemporanei. La sua musica, dopo la morte nel 1954, era totalmente scomparsa e solo da pochi anni sta gradualmente tornando alla luce.
L’esordio di Gnecchi avviene nel 1896 con l’azione pastorale “Virtù d’Amore”. Poi, incoraggiata dall’amicizia con il celebre librettista Luigi Illica, nasce nel 1904 “Cassandra”, opera di levatura sorprendente, eseguita da direttori quali Toscanini (Bologna 1905), Willem Mengelberg (Conservatorio di Milano, 1910), Ettore Panizza (Teatro Dal Verme, Milano, 1913) e Cleofonte Campanini (Opera di Philadelphia, 1914).
Nel 1910 con “La Rosiera”, idillio tragico su libretto di Carlo Zangarini, che però va in scena per la prima volta solo nel 1927, al ReuBisches Theater di Gera, direttore Ralph Meyer.
Nel 1932, Joseph Messner, direttore della Cappella Musicale del Duomo di Salisburgo, gli commissiona la “Missa Salisburgensis”, opera che si rivela importante non solo all’interno della messe creativa di Gnecchi, ma per il panorama stesso della musica sacra italiana e per la stessa storia della tradizione musicale salisburghese.
Nel 1934, ancora durante il Salzburger Festspiele, avviene la prima assoluta della “Cantata Biblica”, diretta da Messner e fra gli interpreti la famosa soprana Stella Roman. Quest’opera sarà poi eseguita due volte alla Scala, nel 1940 diretta da Franco Ferrara, e l’anno successivo diretta da Alberto Erede.
Intanto, nel 1923 era andato in scena il suo balletto “Atalanta”, e nel 1932 al Teatro alla Scala debuttava, sotto la direzione di Willem Mengelberg, il suo Poema Eroico “Notte nel Campo di Oloferne”, anticipo sinfonico di quella che si rivelerà l’ultima opera di Vittorio Gnecchi, “ Judith ”, grande dramma musicale composto sull’ultimo libretto dell’amico Luigi Illica, eseguito in forma di concerto (e con ingenti tagli) a Salisburgo nel 1953.
Vittorio Gnecchi è stato un grande musicista italiano di respiro internazionale e troppo spesso incompreso.
Per troppo tempo, infatti, Vittorio Gnecchi è stato ricordato solo per una sterile polemica sorta con la pubblicazione di un saggio del noto critico italiano Giovanni Tebaldini sulle pagine della Rivista Musicale Italiana, in seguito alla prima esecuzione di “Elektra” di Richard Strauss, a Dresda nel 1909. In questo saggio, dall’equivoco titolo di “Telepatia musicale”, Tebaldini evidenziava una serie di sorprendenti analogie fra i temi musicali dell’opera di Strauss e la “Cassandra” del giovane Vittorio Gnecchi, composta sul libretto di Luigi Illica ed eseguita qualche anno prima, nel 1904, a Bologna, diretta da Arturo Toscanini.
Questo fatto, oltre alla dannosa inimicizia con Strauss, considerato a ragione in quel periodo il più grande compositore vivente, alimentò il crescente ostracismo di cui Vittorio Gnecchi fu unica vittima.
La riscoperta prima della partitura di “Cassandra” (eseguita nel 2000 a Montpellier, nel 2007/8/9/10 a Berlino, nel 2011 a Catania e raccontata nel libro “Il Caso Cassandra” di Marco Iannelli, vincitore del Premio Internazionale Luigi Illica nel 2009) e poi di tutto l’archivio musicale di Gnecchi (raccolto e promosso dall’Associazione Musicale Vittorio Gnecchi Ruscone), ci consente oggi di riconsiderare la sua posizione artistica all’interno del panorama musicale italiano dopo Verdi.
Segue parte del comunicato stampa con info su: le musiche di Vittorio Gnecchi, la bio di Luigi Illica, di Nikolaos Velissiotis, di Marco Iannelli e le info sull’Assoviazione Musicale Vittorio Gnecchi
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