Julia Deck, Viviane Elisabeth Fauville, Adelphi

Creato il 11 marzo 2014 da Atlantidelibri

Viviane cerca di destreggiarsi in molti ruoli, donna in carriera, madre, casalinga amante, in u mondo ancora dominato dal pensiero maschile, ma non sempre si riesce ad essere all’altezza di tanti compiti.. Con una scrittura tagliente, affilata, entreremo nei pensieri di una donna che ha appena commesso un omicidio, in un esordio capace di svelare le ansie della società moderna.

Julia Deck, Viviane Elisabeth Fauville, Adelphi

Traduzione di Lorenza Di Lella, Giuseppe Girimonti Greco

In una stanza disperatamente vuota una donna culla su una sedia a dondolo una bambina di pochi mesi. Ha l’impressione di avere commesso qualcosa di terribile, ma non ne è certa, tutti i suoi ricordi sono sfocati. Contempla la piccola quasi si aspettasse da lei una risposta, una rivelazione. Poi, un bagliore: ha quarantadue anni e ha abbandonato il bel marito che l’ha lasciata per un’altra e lei si è rintanata lì, in un appartamento spoglio, in un quartiere popolato di bazar orientali dov’è una straniera. Il giorno prima ha ucciso a coltellate il suo analista, incapace di alleviare le crisi di terrore di cui soffre, in segreto, da tre anni. Di quel che è stata – ambiziosa direttrice della comunicazione con ufficio a due passi dagli Champs-Élysées, moglie e figlia devota – non le resta che un nome, Viviane Élisabeth Fauville, regale e fragile relitto di un’esistenza inappuntabile, della scrupolosa obbedienza alle leggi dell’abitudine e della necessità. Certa solo del delitto che ha commesso, e del colpo di grazia che non potrà tardare, per tutti allarmante e impenetrabile, ancorata alla realtà solo dal fardello della figlia, Viviane esce dai binari che guidavano il suo destino, si addentra in una Parigi oscura e parallela, affonda, e ci trascina, in un gorgo di insostenibile angoscia, di acuto disagio – sino all’esplosivo epilogo. Sorretto da una scrittura secca e minuziosa, capace di farci vivere dall’interno il frantumarsi di una personalità, Viviane Élisabeth Fauville è un noir che non dà tregua e insieme il ritratto, sconcertante, di una donna che si libera della sua fallace identità come si appende un abito a una gruccia, che accoglie la follia e la deriva come unica via di salvezza.



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