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JULIA LATYNINA , LA NUOVA ANNA POLITKOVSKAJA “Putin è un leader che viene dal nulla. Prima di diventare quello che vediamo , era un perfetto nessuno. Lo hanno trasformato da rospo a principe con la bacchetta magica”

Creato il 17 maggio 2011 da Madyur

In Russia Julia Latynina è considerata la nuova Anna Politkovskaja. E’ tra i fondatori dello stesso giornale in cui scriveva Anna , la Novaja Gazeta , e ha sempre continuato a raccontare la tragedia del Caucaso. E anche lei, come lo era Anna, è in prima linea nella denuncia del potere , dei suoi abusi , la prepotenza , il suo volto sinistro.

Il 3 maggio c’è stata la Giornata mondiale della libertà di stampa. Julia è arrivata in Italia perché ha scritto un libro, Il richiamo dell’onore. Un noir ambientato in Caucaso immaginario, fatto di morte, violenze , assassini , amori , eroi e politicanti , corrotti rapiti e rapitori. Una terra che assomiglia alla Cecenia vera.

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Perché dopo aver fatto della sfida alla censura una bandiera , punta su un romanzo?

“Quando si scrive un articolo lo si deve fare in modo che sia chiaro quel che si intende. Per un libro è diverso : se si capisce subito tutto , è un brutto libro. Insomma, quello che rende bello un articolo, distrugge un libro. In questo senso, i due generi si completano”

Lei è considerata l’erede di Anna Politkovskaja . Cosa ne pensa?

“Anna lavorava nel mio stesso giornale. Si occupava molto di Caucaso , come me. Però i paragono finiscono qui. Perché lei era , in realtà, quel che si dice un difensore dei diritti umani”

Nei suoi articoli, lei racconta una Russia in mano ai delinquenti , una Russia criminale , dove i deboli non hanno diritti e dai forti non c’è nulla di buono da aspettarsi

“Così è la Russia di oggi. Quel che vedo, racconto. E poi, il lavoro del giornalista è proprio questo: mostrare il peggio. E’ il limite del mestiere”

Il suo giornale ha pagato un tributo altissimo alla libertà di stampa , cinque giornalisti uccisi , tra cui Anna Politkovskaja . Come fate a resistere?

“Le cose stanno così: non esiste nessuna libertà di stampa per la televisione. Il piccolo schermo è interamente nelle mani del potere. La spiegazione è semplice, Putin è un leader che viene dal nulla. Prima di diventare quello che vediamo , era un perfetto nessuno. Lo hanno trasformato da rospo a principe con la bacchetta magica. E ora lui usa la bacchetta per non venire di nuovo trasformato in rospo. Prima di tutto , prima di impossessarsi del petrolio e del gas, si è preso la televisione. Lì non c’è più l’ombra della libertà. Il controllo è forte anche su molti giornali , acquistati dagli amici di Putin. Però questo controllo non arriva a tutti i giornali , soprattutto al nostro. E’ fuori controllo anche la stazione radio Ekho Moskvy , ed è libero internet : ci sono molti siti in mano al Cremlino , ma nell’insieme non c’è censura , non siamo in Cina. Quindi , non si può dire che in Russia ci sia libertà in stampa , perché non c’è. Ma non si può neanche dire che non ci sia nessuna libertà , perché esistono luoghi dove si può scrivere qualunque qualcosa”

Però la lista dei giornalisti uccisi , malmenati e perseguitati è lunghissima…

“Ci sono temi mortali . E’ molto pericoloso scrivere di Cecenia. Perché attorno al Caucaso gira un mondo primitivo in cui è normale uccidere chi ti ha offeso con la parola. Per il resto, in Russia vengono uccisi davvero tanti giornalisti , perché in Russia vengono uccisi tanto cittadini russi. Gli omicidi restano impuniti , non importa se la vittime è un imprenditore , un passante o un giornalista”

Dunque, secondo lei , non è solo questione di libertà di stampa

“Non credo che un bandito di Città Togliatti dopo aver fatto fuori una ventina di concorrenti , di fronte a un giornalista che lo accusa sul giornale pensi , uccidendolo , alla libertà di stampa. Ricordo sempre una scritta che vidi un giorno su un documento di polizia. Diceva “La vittima era un cittadino russo. Altri danni sul corpo non sono stati rilevati”

Però , il suo giornale ha pagato un caro prezzo. Ricorda Jurij Shekocikhin?

“Esempio tipico. Un uomo onesto, giornalista e deputato. Fu vittima di una resa di conti tra due potentissimi gruppi di potere , in una storia legata a un gigantesco contrabbando : l’affare delle tre balene. Per lo stesso affare fu ucciso anche un testimone : ebbe un incidente stradale , poi i killer entrarono nell’ospedale militare dove era ricoverato e lo finirono nel suo letto. Shekochikin non fu l’unico morto”

A rischio sembrano i giornalisti che si occupano di ambiente , ultimo Oleg Kashin con la foresta di Khimki

“All’apparenza è così. Poi, a scavare escono sempre fuori storie come quella delle tre balene. In questo caso , il presidente Medvedev aveva promesso di punire i colpevoli , chiunque fossero. Invece, nonostante le prove raccolte , nessuno è stato punito o licenziato”

In tali casi, nessuna lotta al Cremlino?

“In Russia la corruzione non è un crimine , ma un privilegio. E un mezzo per guidare lo Stato. Per questo non si usa punire. Si lotta solo per i soldi. Sul resto, ci si può comunque accordare”

I suoi articoli si concludono sempre con un attacco diretto a Putin. Non subisce mai pressioni? Non ha paura?

“Stavolta lo difendo . Ha un principio a cui si attiene fedelmente : qualunque cosa si scriva di lui , se ne infischia”


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