Julien Donkey-Boy – Harmony Korine

Creato il 03 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

3 febbraio 2014 Lascia un commento

Alla sua seconda prova, Korine impatto’ una miriade di personalita’ che dopo "Gummo" lo vollero nei loro cerchi.
Il primo tra questi fu von Trier che lo coinvolse nel Dogma 95, a ben vedere un’estensione di quanto il regista ci aveva gia’ mostrato, una sorta  di evoluzione naturale o approdo inevitabile di uno stile grezzo e ruvido che nei dogmi del Dogma, cascava benissimo.
In effetti i mostri di Korine ben si sposano dai mostri tipici che il Dogma 95 aveva gia’ palesato con "Festen" e "The idiots", quindi la sinergia era perfetta.
Altra grande presenza aggregata fu Werner Herzog che dopo "Gummo" si mise in contatto con lui e da maestro volle farsi allievo recitando la parte del padre dispotico e deviato, uomo con una strana idea di famiglia e di educazione, uno di quelli che riversa nei figli le proprie ambizioni mancate e che spesso si mette in contrasto con Julien, figlio schizofrenico.
La gente curiosa in casa non manca, continuando con una nonna ossessionata dal cagnolino, una sorella gravida ma con ambizioni di danzatrice e un fratello succube dal padre che lo vuole grande atleta.
Una bella famiglia di mostri come direbbe l’abantantuoniano Cecco, a rischio oltretutto d’incesto e per non farsi mancare nulla, tragedia finale. Non fossero finite qui le stranezze, Julien e famiglia frequentano un gruppo di disabili di varia natura, come pattinatrici cieche e batteristi senza braccia.
Korine ha una sua poetica, la non-poetica che passa attraverso il lo-fi dell’immagine e una propensione al rumore fatto video. Fosse un musicista, Korine sarebbe un magnifico esponente dell’harsh noise piu’ estremo, rumoroso e impattante com’e', nei testi come nel girato. A vederlo il film, si resta col fiato sospeso nell’attesa del prossimo evento, del colpo di grazia all’ordinario e alla logica laddove la sorpresa nasce dallo spostamento laterale rispetto quanto ci si attende, persino dal buonsenso. Per fare questo Korine esce dai binari tracciati superando anche l’improvvisazione con vere e proprie candid camera come quelle che hanno reso tanto celebre Sacha Baron Cohen e che Julien a volte ricorda, seppur si dovrebbe dire il contrario. 
Buon proseguimento di carriera, da seguire assolutamente.

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