Julio Cortázar, Carol Dunlop, Gli autonauti della cosmostrada ovvero Un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia , Einaudi

Creato il 10 luglio 2012 da Atlantidelibri

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tenere un diario con le osservazioni personali, vietato lasciare l’autostrada, ci si dovrà fermare in tutte le aree di sosta, e altre regole del genere per compiere l’ultimo viaggio da Parigi a Marsiglia: entrambi malati, Carol Dunlop (morirà alla fine del 1982, pochi mesi dopo il viaggio), e il suo compagno, Julio Cortazar (vivrà fino al 1984) decidono di raggiungere il sud percorrendo con un pulmino Wolkswagen i chilometri dell’autostrada che collega le due città. Se non è poesia questa….

Julio Cortázar, Carol Dunlop, Gli autonauti della cosmostrada ovvero Un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia , Einaudi

Illustrazioni di Stéphan Hébert Traduzione di Paola Tomasinelli

«Dedichiamo questa spedizione e la sua cronaca a tutti gli svitati del mondo, specialmente a quel gentiluomo inglese di cui non ricordiamo il nome e che nel diciottesimo secolo percorse la distanza da Londra a Edimburgo camminando all’indietro e intonando inni anabattisti».

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Nei trentatre giorni che trascorrono sull’autostrada Parigi-Marsiglia a bordo del fedele pulmino Volkswagen, Julio Cortázar e sua moglie Carol Dunlop, i due «autonuati», scoprono un mondo dentro al mondo, comico, surreale, grottesco, drammatico, a volte tragico. E a quattro mani scrivono un libro che è allo stesso tempo una storia d’amore, un diario di viaggio, una raccolta di storie, appunti, aneddoti, impressioni, in cui realtà e sogno si mescolano alla maniera tipica di Cortázar.

Domenica 23 maggio 1982, Carol Dunlop (l’Orsetta) e Julio Cortázar (il Lupo), dopo vari rinvii – il progetto risaliva al 1978, alla prima fase del loro rapporto – iniziano il viaggio che li porterà da Parigi a Marsiglia, lungo i circa ottocento chilometri dell’Autoroute che taglia in due la Francia. La loro ammiraglia sarà Fafner (uno dei giganti, in seguito trasformato in drago, del wagneriano Anello del Nibelungo) un pulmino Volkswagen rosso: il mezzo di trasporto par exellence per un’intera generazione di viaggiatori. È un tragitto fatto in molte altre occasioni, di solito in una decina di ore; ma questa volta verrà percorso a passo di lumaca, con il gusto del viaggiatore, dell’esploratore, non dell’utente automobilista, ribaltando così l’idea stessa di autostrada intesa come non-luogo da attraversare il più velocemente possibile per arrivare a destinazione (al Sud, al mare, alle vacanze).
È un gioco, il loro, e come ogni gioco richiede regole precise: sarà vietato lasciare l’autostrada, ci si dovrà fermare in tutte le aree di sosta, due al giorno, dormendo nella seconda (nel complesso quindi sessantasei tappe), si potrà usufruire di tutto ciò che l’area offre, nonché accettare aiuti e rifornimenti portati da volenterosi amici dall’esterno (in misura massima di due volte); e infine si dovrà stendere, a quattro mani, un minuzioso diario «di bordo» che riporti osservazioni esterne (definite «scientifiche») e impressioni dello spirito.
E dopo «trentatre meravigliosi giorni» l’avventura si conclude al Vieux Port di Marsiglia: «Quant’è durato poco il viaggio», commenta l’Orsetta. Un’osservazione che se da un lato rende esplicita la malinconia che ha accompagnato i due protagonisti per tutto il tragitto, dall’altro si offre a una spiegazione più profonda. Entrambi gli Autonauti sanno infatti di essere gravemente malati: Carol Dunlop morirà alla fine dello stesso 1982, Julio Cortázar due anni più tardi.



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