#jumpintomyheart

Creato il 12 novembre 2015 da Jumpintothebeauty

bentornati sul mio blog e benvenuti a coloro che leggono quello che scrivo per la prima volta,

oggi scriverò con il cuore, scriverò cose che sento dentro e che voglio condividere con voi; non tratteremo di make up ma tirerò fuori il mio lato più umano e spero che vi piaccia e non vi annoi.

ma prima di leggere, andate nei commenti e rispondete a questa domanda: è meglio una vita stabile e certa o un’esistenza caratterizzata dal continuo cambiamento? perché?

ora che avete risposto continuate a leggere quello che ho scritto e vediamo se riesco a farvi cambiare idea, mettervi anche solo una pulce nell’orecchio o se ho sostenuto la vostra tesi!

poco fa mi sono lasciata alle spalle una relazione di quasi tre anni e, nonostante sia stata una rottura molto pacifica e serena che vivo con tranquillità, mi sono accorta che quello che mi metteva paura era rimanere sola ed affrontare le piccole difficoltà quotidiane senza quella persona, avevo paura di come le cose sarebbero cambiate; ed ora, invece, che sto vivendo questo cambiamento, mi accorgo che non c’è nulla di strano nel percepire, o meglio, non sentire il tempo che scorre e che si trasforma.

spesso abbiamo paura del mutare delle cose e di come questo possa snaturare noi e la nostra quotidianità ma non è forse vero che non ci si bagna due volte nello stesso fiume, che ogni cellula del nostro corpo è in uno stato di perpetuo e silenzioso cambiamento? pensate al mondo, alla terra sotto i nostri piedi che si sposta, le cui placche si scontrano e si assestano e noi continuiamo a vivere senza nemmeno accorgercene, allora perché temiamo tanto le metamorfosi? perché preferiamo la certezza stabile piuttosto che la naturale alterazione delle cose?
sono giunta a pensare che probabilmente dovremmo avere più paura della staticità, di ciò che rimane indifferente ed identico per tutta la sua eternità; perché se una cosa è, allora rimane tale per sempre ma se una cosa sembra, diventa parte delle cose mutabili e la nostra vita non è, ma sembra. la nostra vita è così lontana dall’essere stazionaria che una qualunque sorta di equilibrio non può appartenerle, la vita è descritta e raccontata dalla soggettività (non solo degli altri che osservano dall’esterno, ma anche di noi stessi) che ha ben poco a che fare con l’attendibilità ed è invece caratterizzata dalla temporaneità e ogni giorno cambiamo idee ed opinioni su chi siamo, su ciò che abbiamo fatto, sui nostri gusti e le nostre aspettative, allora perché curarci tanto di ciò che potrebbe cambiare se alla fine noi siamo parte integrante, se non il fulcro, del cambiamento?

pensate solo che una volta immersi nell’acqua non ci si sente bagnati, piuttosto si percepisce l’acqua sul proprio corpo quando si è in uno stato di indecisione, di riflessione in cui bisogna decidere se gettarsi nel mare o rimanere sulla spiaggia e, allo stesso modo, si ha paura e si idealizza il concetto della trasformazione solo prima di prendere la decisione, nel momento in cui si tenta di trovare scuse appigliandosi all’ultima corda tesa che ben presto si spezzerà, per poi diventare noi stessi parte del cambiamento e trasformarci in esso in una maniera così veloce e quieta capace di cullarci e rasserenarci perché capiamo che questa è la normalità e non bisogna averne paura.


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