23 febbraio 2016 Lascia un commento
Viene fuori che il cosmo e’ regolato dalle bieche regole del capitalismo e le teorie creazioniste si confermano nell’innestare la civilta’ in mondi che millenni dopo saranno "raccolti" per produrre elisir di eterna giovinezza.
Figuriamoci se una sguattera buona di cuore puo’ accettare tutto questo, se poi viene spalleggiata dal bonone Channing Tatum che oltre ad averla salvata ha evidentemente una infatuazione per lei, allora la guerra di eredita’ che coincide col salvare il nostro caro pianeta, sara’ inevitabile.
Allora e qui mi rivolgo al medico di Lana Wachowski, calatele la dose di ormoni femminili perche’ e’ assatanato/a.
Oltre al tenore adolescenziale di tutto il film, la Kunis passa il suo tempo nella brama di sbatacchiarsi per il lungo e per il largo il prestante Tatum, al punto da sfiorare il ridicolo o almeno cosi’ appare a chi ha smarrito coi decenni le nevrosi da teenager o chi non e’ imbottito di ormoni come la nostra cara Lana appunto. Resta un dato di fatto, l’impressione e’ che i fratellini abbiano voluto iniziare una saga adolescenziale e non a caso i protagonisti sembrano uscire tutti e indistintamente da un "Twilight" qualunque, per non parlare di certe situazioni, al limite del ridicolo come i problemi burocratici dell’autentificarsi nobile, presi paro paro da un "Harry Potter" in chiave steampunk. Se ben guardiamo, le tematiche dei Wachowski ci sono tutte, dallo scontato no global al ludico tecnologico, parossismo di effetti speciali e ricerca del guizzo tecnico. Visivamente e’ bellissimo e in cio’ i Wachowski non si smentiscono, praticamente sono una certezza ma e’ sul testo che mancano laddove faticano a conciliare il proprio entusiasmo con l’equilibrio di una buona storia, oltretutto con bruschi cali di pressione da gente che comunque ha tirato fuori un "dialogo dell’architetto" sul quale si puo’ discutere ma che scavalca "Jupiter" in complessita’ di una decina di lunghezze. Qualche buona idea c’e’ anche qui ma non basta.
Onestamente non mi sento di bocciare il film, solo che non diventera’ mai un cult e mai piu’ riusciranno i due registi a bissare il successo di "Matrix" se non si mettono d’impegno a rivedere la propria politica dei testi.
Resta un costosissimo e bellissimo giocattolo e potrebbe bastare.