Just Like a Woman
Creato il 28 febbraio 2013 da Veripaccheri
Just Like a Woman
di Rachid Bouchareb
con Sienna Miller, Golshifteh Farahani
UK, Usa, Francia 2012
durata, 106
A ridosso della giornata mondiale contro la violenza sulle
donne celebrata qualche giorno fa, "Just Like a Woman", il nuovo film
di Rachid Bouchareb, potrebbe essere lo spot ideale per continuare a praticare un’idea
di femminilità libera da condizionamenti fisici e psicologici. Il film infatti,
ricalcando le orme di un prototipo come "Thelma e Louise" (1991), di cui per
certi versi sembra una versione meno glamour, si sintonizza su un tema, quello
dell'emancipazione femminile, ancora oggi ostaggio di un'incomunicabilità che,
soprattutto nel cinema, fa da corredo alle nevrosi relative ali rapporto uomo/donna. In questo caso però,
diversamente dalle eroine di Scott, la fuga di Marylin, moglie trascurata con
una passione per la danza del ventre, e Mona, giovane araba disprezzata dalla
suocera per la mancata gravidanza, più che ribellione è il frutto della
disperazione, e di una presa di coscienza che ha bisogno di confrontarsi con
l’esterno per giungere a compimento. Da qui la scelta di adottare una struttura
"on the Road", da sempre specchio di metamorfosi interiori, e
funzionale a fornire le aperture precedentemente negate dalla ristrettezza dei
rispettivi schemi familiari. Sul piano pratico il regista Rachid Bouchareb
trasforma la storia in un percorso di liberazione, in cui ogni singolo incontro
- l'impresario concupiscente, la famiglia razzista e violenta, i nativi della
riserva indiana - riesce a
scolpire dei piccoli, grandi cambiamenti, e dove la geografia del territorio,
con le stazioni di benzina sperdute nel nulla ed il cielo sagomato lungo il
profilo dei Canyon finisce per corrispondere allo stato d'animo delle
protagoniste.
Produttore impegnato (nella sua scuderia anche il prossimo
ed atteso "Camile Claudel" di Bruno Dumont appena presentato alla
berlinale) e regista di film attenti alla componente sociale (Uomini senza
legge, 2010) Rachid Bouchareb riesce a far parlare le sue protagoniste con voce
sincera. Ad aiutarlo la capacità di filmare gli ambienti con una realismo che
esalta le emozioni di personaggi inseriti perfettamente nel paesaggio urbano e
naturale, con campi medi e lunghi, volti a suggellare un privato, quello di
Marylin e Mona,dialetticamente
connesso con l'altrove che le circonda. Meno efficace risulta la traduzione dei
contenuti (la maternità, l'incontro tra le culture) affidati a scene come
quelle che ad esempio interessano il segmento in cui le due donne vengono
confortate dalla comunità indiana, concepite all’insenga di un terzomondismo
sempre bravo e comprensivo, e con
una scrittura debole quando si tratta di delineare le psicologie dei caratteri
di secondo piano. Cionondimeno "Just Like a Woman" mantiene
intattala sua empatia, grazie
all'immedesimazione di due attrici, Sienna Miller e Golshifteh Farahani (About
Elly, 2009) che esibiscono la loro bellezza all'interno di una performance di
elegante sobrietà. Infine è curioso l’aneddotto che lega il film a Sienna
Miller. “Just Like a Woman” è infatti anche il titolo di una canzone che Bob
Dylan compose ispirandosi ad Edie Sedgwick, musa di Warhol ai tempi della
Factory. Ma Edie Sedgwick rappresenta anche il primo ruolo da protagonista
della Miller che la inepretò nel lungometraggio del 2006intitolato "The Factory
Girl".
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