Juve: cercasi Pirlo, il genio affaticato

Creato il 19 aprile 2013 da Mbrignolo

ANALISI (Torino). Che cosa sta succedendo ad Andrea Pirlo? E’ questa la domanda che tanti tifosi juventini  si stanno ponendo nelle ultime settimane, grossomodo dall’andata dei quarti di finale che la Juve ha giocato all’Allianz Arena contro il Bayern Monaco. Una partita, quella, nella quale Pirlo, faro del gioco bianconero, ha denotato qualche difficoltà di troppo, un disagio non da lui vista l’esperienza internazionale e la classe cristallina che ancora oggi si può leggere nelle sue pennellate.
Si è pensato alla classica giornata no, una serata storta che può starci dopo essere stato anche in quest’annata uno dei protagonisti dello Scudetto, che verosimilmente non si sposterà da Torino.. E invece, a due giorni dal big-match che riproporrà l’eterna sfida fra Juventus e Milan, qualche riflessione giunge spontanea sul più grande ex di questa gara.

Rimasto sui suoi standard per circa due terzi della stagione, Pirlo è sembrato accusare oltremodo il duplice impegno che quest’anno ha visto la Juve chiamata a ripetersi in Italia e ben figurare in Europa. Un impegno divenuto triplice con le partite della Nazionale, giunta al rush decisivo ai fini della qualificazione mondiale e a dei test-match importanti  (Olanda, Brasile…) in vista della Confederations Cup del prossimo giugno. A queste aggiungiamoci anche il minutaggio che Antonio Conte non ha potuto evitargli in Coppa Italia, con la Vecchia Signora chiamata dapprima ad avere la meglio proprio sul Milan (Pirlo dentro al 75’, con supplementari annessi) e poi, vanamente, sulla Lazio all’Olimpico. Insomma, un carnet di presenze che il quasi 34enne (fra un mese) sta inevitabilmente accusando con un’evidente perdita di lucidità.

Dire che Pirlo sia un giocatore finito è da opinionista da quattro soldi come troppo spesso siamo abituati a sentir parlare e lungi da Calciolab intavolare il discorso su questo presupposto. La riflessione che cerchiamo di proporre è a più ampio raggio, un pensiero che tocca in primo luogo la Juventus e in ultima analisi la Nazionale.
Il calo di Pirlo, al netto dell’enorme impiego riservatogli da Conte, è guarda caso coinciso con la perdita di brillantezza del suo braccio destro (meglio, sinistro) in bianconero e in azzurro, ossia Marchisio. Debilitato da una brutta tonsillite proprio alla vigilia di Italia-Brasile, il Principino ci sta mettendo più del previsto a riprendere le fila di una condizione fino a un mese fa invidiabile, e per il numero 21 le conseguenze si sono viste tutte. Lo stretto legame di rendimento che lega i due giocatori pone qualche quesito in più nelle operazioni di mercato cui sarà chiamato Marotta, che infatti continua le lusinghe verso un vecchio pallino, Verratti, ancora oggi – secondo molti – il vero erede di Pirlo. Dal canto suo, Antonio Conte ha dimostrato di avere già in mente una soluzione che può fornire le risposte giuste sia al “disallineamento Pirlo-Marchisio”, sia all’annoso problema della fase offensiva: il 3-5-1-1 con Marchisio in appoggio a Vucinic (e viceversa) è infatti una soluzione che soprattutto nell’ultimo turno di campionato contro la Lazio si è dimostrata proficua. Deduzioni e controdeduzioni, come avrete capito, dipendono però tutte da un giocatore divenuto fondamentale nel corso di questa stagione: Paul Pogba.

Il francese, neanche 20enne, è divenuto irrinunciabile per Conte ed è l’unico a permettere al tecnico bianconero di passare al 3-5-1-1 senza crisi di rigetto (così come fece Vidal quando dal 4-2-4 e dal 4-3-3 Conte passò al 3-5-2, lo scorso anno). Sarebbe il caso di chiedersi se con questo modulo la Juve avrebbe potuto dire qualcosa di più contro il Bayern, ma la defezione all’andata di Vucinic e il carente stato di forma di Marchisio hanno fatto sì che il quesito venisse archiviato allegato all’eliminazione dalla Champions.
Tutto risolto in casa Juve, quindi? Non proprio, non foss’altro che Pirlo resta – a prescindere dalle alternative – la vera anima dei campioni d’Italia. Nelle migliori condizioni, il centrocampista bresciano continua a risultare il calciatore di maggior qualità del campionato italiano e in una squadra che vive di atleticità e inserimenti ficcanti – con una prolificità da rivedere – le geometrie di Pirlo continuano a essere fondamentali.
Un problema per la Juve potrebbe inoltre essere l’impegno di Pirlo con la Nazionale. La Confederations Cup chiama e lui, che all’azzurro giustamente non rinuncia, risponderà presente come al solito. E’ indubbio, però, che il poco riposo di cui, dopo gli Europei 2012, anche quest’anno il regista beneficerà potrebbe inficiare la prossima stagione.
Prandelli non è meno preoccupato. Il suo pupillo già ora denota segni di comprensibile stanchezza, con un’estate “breve” e la prossima stagione in cui la Juventus punterà a tutte le competizioni, le previsioni di avere un Pirlo in forma “mondiale” nel 2014 non sono così ottimistiche.

Conviene a questo punto vivere alla giornata. La prossima vedrà Juve e Milan fronteggiarsi per l’ennesima volta, seppur con due obiettivi oggettivamente diversi. Andrea Pirlo sarà al suo posto, a governare le briglie dell’armata bianconera. E, seppur in calo nelle ultime apparizioni, sarà ancora una volta fra i più temuti da Allegri e i suoi ragazzi.