Juventus campione d’Italia 2012-2013

Creato il 06 maggio 2013 da Sportnutrizione

Per tutto il campionato ci siamo chiesti chi poteva dare filo da torcere alla Juve. Siamo partiti con il Napoli, poi è sbucata a sorpresa la Strama-Inter che ha saccheggiato lo Stadium portandosi a -1. Le azioni si sono alzate per la Lazio a metà stagione. A gennaio, con un Balotelli in più, il Milan è risalito perentorio. In questo turbinio di squadre è emersa la verità: la vera anti-Juve è proprio la Juve. Non c’è stata concorrenza, la qualità della squadra, la forza atletica e l’organizzazione, sono stati ancora il punto di forza di questa Juve. Solo la squadra campione avrebbe potuto rimettere in gioco il titolo, se avesse investito esagerate energie nella Champions o se avesse sofferto l’appagamento dello scudetto vinto.

I giocatori di Conte non hanno mancato di impegno e determinazione nel 3-5-2 ormai stracollaudato. La Juve ha sempre dimostrato con i suoi protagonisti la sua natura: la maschera grintosa di Lichtsteiner, la concentrazione mostruosa di Barzagli e la generosità agonistica di Marchisio. Per questo, il primo merito del 29° scudetto è etico: aver giocato anche quest’anno come se la pancia fosse ancora vuota. Il secondo merito è tattico. Lo scorso anno Conte passò per svariati moduli prima di approdare al 3-5-2, con conseguente perdita di punti. Quest’anno invece trova subito la quadra e gli equilibri perfetti. Passano pochissime giornate e si ritrova già in testa, mentre Inter, Milan e Roma sono ancora alla ricerca dell’assetto giusto. Buffon, Pirlo e Vucinic sono stati protagonisti, ma meno abbaglianti dell’anno prima. L’attacco anche quest’anno è stato il punto debole. Lo scudetto 2012-13, ancor più del precedente, è stato uno scudetto di squadra. Con un solo leader indiscusso: il gioco.

Ora è tempo di sentenze e aspettando il prossimo mercato , che si presume di primo livello (si fanno i nomi di Ibrahimovic e Higuain per l’attacco), diamo i voti alla stagione della Juventus, prendendo ad esempio i giocatori più significativi:

CONTE. Merita il voto più alto come nella passata stagione 10. Dopo la l’eliminazione dalla Cahmpions League la sua stagione poteva essere da 9, ma visto lo stato di forma del Bayern, che ha annichilito il Barcellona, abbiamo ritenuto opportuno lasciargli il massimo dei voti. Il tecnico bianconero ha saputo tenere la squadra compatta e sempre concetrata su tutti gli obiettivi anche senza un mercato di prima fascia. Quest’anno, finita la lunga imbattibilità, ha insegnato alla sua Juve a convivere con la sconfitta e ad andare oltre con personalità. Ha saputo tenere la squadra anche con la lunga squalifica, che lo ha tenuto in tribuna fino a Dicembre, un handicap che rende questo scudetto ancora più dolce.

VIDAL 9. E’ l’anno della sua consacrazione seppur con una media voto inferiore a quella di altri compagni. Autore di 10 gol in stagione (capocannoniere della squadra) è stato decisivo come non lo è stato nessun altro nella juventus. In autunno ha scaldato il piedino con 5 gol e i nobili sigilli d’aprile (doppietta alla Lazio, rigore al Milan, gol al Toro) hanno marchiato il 29° titolo. Quasi doveroso che il gol dei coriandoli l’abbia imbucato lui: rigore al Palermo. Ora la Juve rischia di perderlo, non a caso i grandi club d’Europa sono sulle sue tracce. Autore di prestazioni anche in campo europeo ad altissimi livelli: migliore in campo con il Bayern allo Juventus Stadium e l’unico all’Allianz Arena che è riuscito contrastare i bavaresi sul piano della personalità e dell’intensità.

MARCHISIO 9. Lo scorso anno era stato devastante a suon di gol (9), soprattutto contro avversari del calibro Inter, Milan, Roma, Fiorentina. Iniza l’anno un Europeo che lo ha sfiancato e con la champions che non gli da molte possibilità di recupero. Ed invece scopri che la sua media voto è la più alta della squadra, sintomo di chi non si abitua a vincere. La sua prima qualità è la generosità, agonistica ovviamente. Duttile tatticamente, ha fatto pure la seconda punta e il trequartista, per consentire a Conte di far giocare il talentuoso Pogba. Nato  nelle giovanili della Juventus, sta pian piano diventando il suo simbolo. Tre gol nei derby sono un vezzo orgoglioso per un figlio della Mole. BARZAGLI 8,5. Primo giocatore della squadra che ha massimizzato le sua pontezialità alla resa sul campo. Con le grandi della serie A, la sua media voto è la più alta in assoluto. Una stagione mostruosa per rendimento ed efficacia, quella della sua piena maturità agonistica. E’ stato lo juventino più presente in campionato: 33 giornate su 35. BONUCCI 8,5. Lo avevamo lasciato l’anno scorso a contendersi una maglia da titolare, che poi si è conquistato. Diventa il perno centrale della difesa, ultimo uomo e primo regista, quando Pirlo è assediato dal pressing. Conte gli affida queste responsabilità e lui non lo delude. E’ soprannominato Franz o Gaetano, per sorridere della prepotente autostima che lo porta ad avanzare petto in fuori e palla al piede, come un Beckenbauer o uno Scirea. Quest’anno molti hanno smesso di sorridere quando su di lui iniziavano i paragoni con i grandi del calcio. Rispetto a un anno fa gli manca soltanto qualche gol prezioso. BUFFON 8. Non è stato il principale protagonista come nel campionato precedente, anche perché l’assetto ormai rodato della squadra lo ha protetto meglio. E forse in qualche partita che ci si aspettava qualcosa di meglio, come contro l’Inter nel girone di andata, capace di interropere l’imbattibilità della squadra di conte dopo 49 match. Il peggio lo vive dopo la sosta invernale, e questa volta è Icardi (prossimo attaccante dell’ Inter) a far vacillare Buffon. Ma sono momenti in una stagione che non hanno scalfito la proverbiale affidabilità. dopo il Bayern, Buffon risponde in campionato: protagonista nelle vittorie in trasferta su Lazio e Inter, come solo un grande sa fare.

PIRLO 8+. Chiedergli di fare un anno come quello precedente era impossibile. L’Europeo giocato da protagonista, le fatiche di Champions e un anno in più hanno pesato. Gli avversari lo conoscono bene e fanno gli straordinari per impedirgli di giocare. Ma tutto questo non è bastato ad impedirgli di essere la solita macchina da assist, l’inimitabile distributore di tempi e personalità, con un tesoretto importante di cinque punizioni-gol. I lanci illuminati per gli incursori che s’imbucano in area sono l’antidoto migliore al mal d’attacco.

POGBA 8. E’ il futuro della Juventus. Senza dubbio il giocatore in cui Conte ha creduto di più. Nel corso dell’anno diventa sempre più parte intgegrante del sistema Juve dimostrando di poter già essere il domani: 5 gol e una personalità da predestinato, fatta di fisicità esplosiva e di sapienza tecnica notevole.

CHIELLINI 7,5. L’infortunio di inizio stagione lo tiene lontano dai campi per un pò, si ferma di nuovo a dicembre e perde quasi tre mesi. Ma al suo rientro è subito protagonista: titolare nella bolgia del San Paolo, segna il gol che tiene il Napoli a -6 e si batte il petto alla Tarzan: cuore di capitano, anche in una stagione sofferta.

LICHTSTEINER 7. Il migliore degli esterni di Conte, il simbolo della continuità: due gol pesanti (con il Parma e Palermo) mettono il sigillo al 29° scudetto della Juventus. tra alti e bassi ha battuto la concorrenza con Isla, suo naturale sostituto.

VUCINIC 7. Non sarà una macchina da gol (9) ma il suo genio è sempre a disposizione della squadra.  Alterna partite indisponenti a match da insostituibile.

Un 6 politico al resto della squadra capace di supportare sempre la suqadra e Conte alla conquista dello scudetto n° 29.



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