Io e la cucina giapponese .. non siamo pazze d’amore ma ad alcuni piatti non so proprio dire di no !
.. metti ad esempio gli Onigiri, il Soft Cotton Japanese Cheesecake, i Dorayaki (che prometto, un giorno, posterò) e il Tenpura.
La ricetta di oggi, i Kaki-age, sono una sorta di derivazione di quest’ultimo.
Delle frittelle deliziose di verdure – tagliate a julienne o a pezzetti (anche nella versione con pesce o molluschi), avvolte da una leggerissima e croccante pastella.
KAKI-AGE
Per la pastella (koromo):
125gr di farina (che può essere, come per me, di riso Ruggeri oppure 00) + qualche cucchiaio per infarinare
200ml di acqua naturale ghiacciata
1 tuorlo (potrebbe essere anche eliminato, aumentando di poco la quantità d’acqua)
Ed ancora:
1 piccola zucchina
1 piccola patata
1 piccola carota
(ma anche melanzane, peperoni, fagiolini, asparagi, carciofi, funghi, fiori di zucca, gamberi, calamari, seppie, polpo, merluzzo .. l’importante è non miscelare più di tre ingredienti per volta e non unire due pesci/molluschi)
olio di semi (per me di girasole)
sale
Lavare e mondare le verdure, poi tagliarle a julienne (taglio “sengiri” per frittelle un po’ sottili e croccanti) o a pezzetti (taglio “mijin giri”).
Man mano che gli ingredienti sono pronti, coprirli e conservarli in frigo. Per la pastella, sbattere il tuorlo con l’acqua, poi aggiungere la farina setacciata – mescolando brevemente – e riporla momentaneamente in frigo (o freezer). Riprendere gl’ingredienti a julienne/pezzetti, miscelarli in una ciotola e spolverarli con una presa di farina, mescolando velocemente con le mani perché il tutto risulti asciutto. Nel frattempo, in una padella o nel wok, portare l’olio a temperatura.Unire pastella e verdure e versare il composto a cucchiaiate nell’olio caldo (non troppi pezzi, altrimenti la temperatura dell’olio s’abbasserà troppo).
Finchè le frittelle completeranno la cottura, riporre la ciotola con gl’ingredienti in frigo perchè per una buona frittura è importante che siano ben freddi.
Scolare i kaki-age su carta assorbente e salarli solo all’ultimo, per mantenerli croccanti.
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