Kaki,buoni da mangiare belli da vedere

Creato il 19 ottobre 2010 da Fluente

Se dovessimo   elevare una pianta ad emblema dell’autunno la scelta non potrebbe che ricadere sul kaki.Buongiorno amici di “GiardinoWeb”, oggi infatti vorrei parlarvi di questo albero da frutto che ci regala in questi giorni frutti davvero deliziosi.

I colori vivi e accesi del suo fogliame e dei suoi frutti, la consistenza cremosa e il sapore dolce della polpa ci rimandano immediatamente a questa stagione, in cui la scelta dei frutti si restringe e la nostra esigenza di zucchero aumenta parallelamente all’abbassamento della temperatura.Il nome vagamente esotico di questa pianta, kaki per l’appunto, ci ricorda che la Cina è la sua patria d’origine e che ha avuto una grande diffusione in tutta la parte orientale dell’Asia, in particolare in Giappone. Questo spiega perché molte delle varietà oggi coltivate portino nomi giapponesi come per esempio “Hana Fuyu”, oppure “Izu”.Anche il suo nome botanico “Diospyros kaki” non è casuale. E un modo per riconoscere la bontà dei frutti; “Diospyros” significa infatti “Pane degli dei”.Arrivato in Europa e in Italia come pianta ornamentale e curiosità esotica, il kaki fu coltivato come albero da frutto soltanto agli inizi del 1900 in Campania, che è tuttora la maggior produttrice in Italia insieme all’Emilia Romagna.In questo periodo controlliamo i frutti del kaki ormai pronti per essere colti. A seconda della varietà alcuni frutti possono esseri consumati già al momento della raccolta, come avviene per la frutta più comune mentre altri diventano commestibili solo dopo un periodo di stagionatura che si chiama “ammezzimento” Inizialmente, infatti, la loro polpa è astringente e “lega la bocca. Questo effetto è dovuto ad un elevato contenuto di sostanze che si chiamano “tannini”. Alla fine di questo periodo di “riposo”, la loro concentrazione si riduce e aumenta quella degli zuccheri, la polpa diventa morbida e dolce e quindi mangiabile. Stacchiamo i frutti dalla pianta quando sono diventati gialli e hanno perso il loro colore verde. Aiutiamoci con scale a libro o da appoggiare alle piante. Importante è non fidarsi troppo dei rami del kaki perché si spezzano facilmente sotto il nostro peso. Perciò, se non riusciamo a raggiungere i frutti posti più in alto, non facciamo gli acrobati sui rami ma lasciamo i frutti sulla pianta: saranno un ghiotto cibo per gli uccelli che devono superare il freddo dell’inverno. Portiamo i frutti al riparo prima dell’arrivo delle gelate. Durante il periodo di maturazione, controlliamo spesso i frutti eliminando quelli che marciscono e prelevando quelli maturi: la maturazione è piuttosto scalare e può durare mesi. Se vogliamo accelerare la loro maturazione conserviamoli insieme alle mele o alle pere non completamente maturi. Questi frutti, infatti, producono un gas, l’etilene, che favorisce la maturazione di tutti i tipi di frutto.Dopo la raccolta dei frutti e la caduta delle foglie è tempo di ricompensare le nostre piante per la loro generosità. Arricchiamo il terreno attorno al fusto con letame o compost ben maturi.

Consigli

Per avere frutti più dolci la pianta deve ricevere luce per almeno quattro ore al giorno. Spargiamo queste sostanze su tutta la zona sottostante la chioma, mantenendo una distanza di 50 cm dal tronco. Se la pianta è adulta e ha già raggiunto i 15-20 anni di vita, quindi è nel suo massimo splendore, può produrre circa 100 kg di frutti, quindi possiamo fornire una trentina di chilogrammi di concime. In alternativa distribuiamo lo stallatico che troviamo in sacchi, in forma di terriccio di cilindretti essiccati, i cosiddetto “pellettato”: nel distribuirlo seguiamo le dosi riportate sulla confezione. Non esageriamo con le dosi, un eccesso di stallatico può essere dannoso perché contiene azoto che,in quantità eccessiva, può rendere la pianta più sensibili ai parassiti o i frutti più soggetti alle spaccature.È sufficiente incorporarli al terreno ogni tre anni perché si decompone lentamente rilasciando gli elementi nutritivi nel tempo.

Per affrontare il freddo

I kaki sono una “gustosa” fonte di vitamine. Contengono vitamina A, B, C, pigmenti arancione, come il beta-carotene, sali minerali come potassio, calcio e fosforo. Forniscono una buone dose di zuccheri, perciò sono indicati per l’alimentazione dei bambini e degli sportivi. Sono anche utili in caso di stitichezza per l’alto contenuto di fibre.Cosa vogliamo di più? un albero davvero ricco in tutti i sensi in conclusione mi viene spontanea questa riflessione,il mio spazio termina quì ,vi ricordoche noi ci ritroveremo martedi, nel frattempo vi ricordo oggi su “Rosesblog.it” l’appuntamento con la nostra fiorista Eliana e giovedì sempre lei qui su “GiardinoWeb”.

Un buon giardinaggio a tutti :


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