26/27-12: Queste due giornate le dedichiamo alla visita di luoghi di culto lontano da Tokyo: Kamakura e Nikko. La prima visita la realizzeremo con un fai da te, la seconda vista la distanza e per ottimizzare i tempi, vista la lontananza di alcuni luoghi con un tour organizzato che prenotiamo via internet dall’aeroporto di Bologna prima di partire http://japanican.com/ .
Inizio dalla fine, ossia dalle impressioni. Sebbene entrambi i posti valgono assolutamente la pena di una visita, ritengo che Kamakura abbia più fascino e meriti alcune stelle in più!
Per raggiungerla ci rechiamo a Tokyo station, quella che la Loney definisce la più grande stazione del mondo. L’impatto e’ impressionante. Ti trovi in mezzo a un brulicante movimento ordinato e caotico allo stesso tempo, silenzioso se non per il rumore di scarpe e gingle musicali che ti avvertono di tutto. Arrivati alle macchine per i biglietti della jr, ci dicono che dobbiamo digitare l’opzione 890 yen x2 e con l’aiuto della guida riusciamo a districarci dal dedalo di linee ferroviarie e capire che la n 2 blu fa al caso nostro. Non esistono tempi di attesa nella mobilità. Perso un treno ne arriva dopo massimo 10 min un altro che puntualissimo arriva nel punto esatto del marciapiede segnalato mentre la gente di ferma in sosta dentro gli spazi indicati per realizzare le file. Le stazioni della metro sono tutte pulitissime, efficienti, con servizi igienici anche per bambini molto piccoli. Nicola seguendo le indicazioni Loney ha pensato ad un percorso itinerante che ci porterà scesi dalla stazione di Kamakura a riprendere il treno a fine tour presso la stazione di kita kamakura. Ciò ci permetterà di visitare quasi una decina di templi e vedere alcuni paesi che li ospitano in una sorta di pellegrinaggio fra spaccati di buddismo e scintoismo.
La prima tappa e’ il tempio di Hase-d era
Si apre a noi un delicato e curato giardino zen che ospita con ordine e armonia diverse specie di piante dal fusto ritorto, piante acquatiche, pesci, grotta votiva, pagode e templi. Saliamo seguendo il percorso fino al belvedere che si affaccia su una baia ed i tetti di Kamakura che pur essendo sul mare sembra a tutti gli effetti un paesotto di montagna. In realtà non sarebbe neanche un paesotto avendo gli stessi abitanti di Reggio Emilia, ma oramai passati due giorni a Tokyo ho perso il senso della misura! Ho adorato questo luogo, ordinato, piacevole, silenzioso, architettonicamente in armonia con una natura accogliente e ho pensato a quanto possa essere bello visitare questi luoghi in primavera, quando tutto è’ fiorito. Oggi non è una bellissima giornata, cadono anche delle gocce, ma i colori della flora sono comunque intense. Gli alberi hanno assunto, credo anche grazie alla cura dell’uomo, delle forme strane, ritorte e in movimento
Proeguiamo per il tempio più grande, forse il più visitato, forse quello a mio parere meno di impatto: Zurukaoka hachiman-gu.
La bellezza di questo tempio e’ nella grandezza e nei colori delle architetture, ma l’impatto emotivo e’ certamente meno forte di altri.
Quello ad esso successivo, Kencho-jy a cui perveniamo dopo una bella salita, e’ di certo meno visitato ma veramente interessante. Piccoli boschetti, campane votive, templi e in ultimo un giardino zen semplice ma stupendo da vita a questo tempio. Arrivati al giardino, tolte le scarpe, sta piovendo e decidiamo di fermarci a guardare la pioggia che scende dalla grondaia ed i colori del giardino. La pioggia arricchisce di un centro fascino questo luogo
Quasi di fronte a questo tempio, visitiamo Enno-ji, dove sono rappresentate le statue degli giardini degli inferi. Mi sento di acquistare un incenso votivo…non si sa mai che dovessi finire da quelle parti una volta che muoio…meglio farseli amici!
Quasi vicino alla metà finale, svoltando sulla sinistra, risalendo una strada che sembra portarci a raccogliere castagne, entriamo in una delle ultime tappe: Jochi-ji
Questo tempio, luogo di meditazione come altri, si svolge dentro ad un bosco dai colori invernali, caldo e cupi allo stesso tempo. Qui tra rigagnoli d’acqua e piante di bamboo per noi giganti, casette, statue e tombe offrono una sosta religiosa per chi abbraccia questo tipo di credo o una sosta cromatica ed emotiva piacevole per tutti.
L’ultimo tempio visitato Engaku-ji e’ fra i più grandi. Anche qui come altri la possibilità di muoversi fra la natura, alti alberi, armonia naturale e forme architettoniche a noi familiari solo attraverso la tv o i libri.
Torniamo a casa certi che Kamakura farà parte da oggi dei piacevoli ricordi di questo viaggio ed del nostro animo di viaggiatori.
A Nikko, come accennato, ci arriveremo attraverso un tour in giornata. Questa modalità non è fra quelle che amiamo di più, ma troviamo questa una soluzione alla difficoltà oggettiva della distanza da Tokyo e dispersione di tempo. Veniamo così messi alla prova dall’organizzazione dei tempi alla giapponese, tutto scandito al massimo della praticità e puntualità. Partenze, ritrovi, visite…tutto ha un tempo efficiente certamente ma che un po’ inquieta il nostro animo latino!
Visitiamo grazie a questo tour con guida nipponica parlante inglese, il tempio di Toshogu Shine prima di pranzo. E’ il tempio dove ci sono rappresentate le famose scimmie: non sento, non vedo, non parlo.
Il luogo per quanto interessante e vicino alle immagini di illustrazioni che raccontano il Giappone, l’ho personalmente trovato meno intimo di Kamakura. Mi rimangono dunque delle belle immagini, ma certamente non mi ha toccato emotivamente. Durante il pomeriggio facciamo visita alla Tamazowa imperial villa una villa imperiale con giardino costruita nel 1872. Interessante la visita degli interni che, realizzata a piedi scalzi, con calzari appositi, ti permette di vedere da vicino una dimora giapponese antica, i suoi ambienti in stile zen, i giochi di luce delle finestre, le porte scorrevoli ornate. Ho trovato,questa visita veramente interessante e senza grosse difficoltà, grazie anche alle,reminiscenze cinematografiche e di riviste sull’arredamento che amano rivisitare lo stile zen, ho immaginato senza sforzo questa dimora abitata, con personaggi che vi si aggiravano vivendola.
Tornando a Tokyo facciamo un giro fra le luci di Shibuya
alla ricerca di un paio di finti hugg che possano confortare di più i miei piedi che camminano oramai quasi senza sosta da tre giorni. Ceniamo nel nostro quartiere, Akasaka, che si conferma veramente tranquillo ma allo stesso tempo vivo, dove c’è veramente di tutto: dai ristoranti ai centri commerciali aperti fino a tardi alla pista di pattinaggio; ma sopratutto tutto ciò e’ accompagnato da una certa tranquillità che alla fine di ogni giornata non guasta mai!